giovedì 28 febbraio 2013

LA MAISON BLEU E ALTRE COSE

Ci sono almeno due altri motivi - oltre al fatto di essere stata dichiarata Patrimonio dell' Umanità - che fanno di George Town una meta obbligatoria per il viaggiatore: la visita ad alcune delle case più belle del mondo e il cibo di strada più buono della Malaysia.

Il mio amore per il cinema ci ha fatto scegliere di visitare la CHEONG FATT TZE MANSION, dalle pareti tinte della più bella tonalità di blu, setting dell'indimenticabile 'INDOCHINE' che nel '93 è valso un oscar alla splendida Catherine Deneuve. Non siamo rimasti delusi nonostante poche delle 38 stanze siano visibili al pubblico. La visita guidata è stata così ricca di racconti e di dettagli che ci ha fatto rivivere la storia di Cheong Fatt Tze che, arrivato dalla Cina a 16 anni senza una lira, sarebbe stato destinato a diventare una delle personalità leggendarie di Penang. Definito 'l'ultimo dei Mandarini e il primo dei capitalisti', aveva saputo costruirsi un impero e aveva fatto della 'Maison Bleu' il luogo ideale dove crescere i suoi figli, permeandola con i caratteri raffinati della sua personalità.
A rendere la casa speciale è innanzitutto il suo cortile interno e le immense stanze adiacenti, salotti e giardino al tempo stesso, in uno stile eclettico che unisce i gusti dell'architettura orientale (con molto legno intarsiato) a quelli dell'Art Nouveau (il ferro delle balconate e delle scale, le vetrate tiffany delle finestre, parte dell'arredo), il tutto in un'atmosfera blu. Un incanto!

Il cibo di George Town è pure eclettico, grazie alla varietà delle tradizioni proposte, retaggio delle dominazioni del passato, delle immigrazioni del presente e della sua posizione cruciale tra Indocina e Indonesia.
Lo 'street food' si cucina per strada, su bancarelle ambulanti poste una accanto all'altra, offre ogni varietà di cibo asiatico e si mangia in tavoli comuni. Costa anche molto poco ma nonostante tutte queste belle cose non è nemmeno lontanamente paragonabile alla varietà e alle prelibatezze della cucina italiana! Sarà forse perché il riso ci esce dalle orecchie?





mercoledì 27 febbraio 2013

GEORGE TOWN, PENANG, MALAYSIA

Siamo a Georgetown, patrimonio dell'Umanità e piove. Sta per cominciare la stagione delle pioggie qui in Malaysia e oggi sembra proprio inverno, c'è persino bisogno di coprirsi un po' di più!
Abbiamo lasciato la nostra isola preferita ieri mattina e dopo due ore di traghetto e 6 di pullman siamo stati scaricati in LOVE LANE che erano le 8 di sera. Con noi c'era Walter, un perenne viaggiatore-scrittore di Perugia che conosce il mondo come le sue tasche e che anche qui a Penang era già stato. Come molti altri che desiderano stare più a lungo in Thailandia è tornato a Penang per ottenere un'estensione del visto di due mesi, anziché di 15 giorni come da altre parti. Walter è simpatico e coinvolgente, finiamo per seguirlo nella 'sua' guesthouse ma non troviamo posto. Dopo vari tentativi accettiamo di dormire in una camera decorosa ma senza finestra quindi stamattina ci siamo trasferiti alla STAR LODGE dove si sta proprio bene e si paga poco: una doppia con bagno ed acqua calda solo 50 RIN, 12,5€.
Siamo in China Town, nel cuore di GEORGE TOWN, la capitale dell'isola di PENANG che si affaccia sul golfo della Malacca, nell'oceano indiano, ed è collegata alla terraferma da un lunghissimo ponte. Penang è stata colonia inglese ma ha conosciuto anche arabi spagnoli e portoghesi e il generoso retaggio coloniale fa di George Town una cittadina deliziosa che anche grazie al contributo dell'Unesco ha saputo recuperare il vecchio con creatività e colore. Sembra di essere in america centrale, tra le vie di San Juan de las Casas, in Chapas, colonia spagnola: stessi filari di case basse, stessi colori pastello e sgargianti, stessi murales. Tanta arte. Solo che qui le scritte hanno caratteri cinesi e oltre alle chiese ci sono templi buddhisti, taoisti, induisti e moschee.
Tutte le città coloniali si assomigliano, mi vien da dire. Certo è che George Town strizza l'occhio al viaggiatore di passaggio con la sua 'Love Lane' strada dell'amore, piena di boutique hotel dalle hall decadenti ma variopinte con gusti retrò, all'interno di edifici patrimonio Unesco, e di artistici localini nello stesso stile vintage e pop della vecchia europa.
All'inizio di ogni strada una sorta di graffiti in metallo raso muro giustifica in inglese il nome della via, che quasi sempre ha derivato il proprio nome dalle attività artigianali che vi si svolgevano tempo addietro. C'è la via della corda, la via della scarpa, la via dell'amore,... Quest'ultima dedicata alla prostituzione e infatti l'opera d'arte posta accanto al cartello di LOVE LANE informa che molti benestanti solevano mantenere la loro amante in questa via ed ha per titolo una domanda: 'Where's my husband? Dov'è mio marito?'







domenica 24 febbraio 2013

CONSIGLI PER UN VIAGGIO SULLE ISOLE DELLA THAILANDIA

La Thailandia ha un numero infinito di isole, molte poste a ovest, nel mar Andamano, meno a est, nel golfo del Siam. In linea di massima in inverno il tempo è migliore sul versante occidentale mentre in estate in genere il sole si trova a est. Comunque è meglio non fare piani troppo precisi e lasciarsi un margine di azione per poter assecondare il clima. Spostarsi da est a ovest richiede una mezza giornata con traghetti e autobus, ancora meno prenotando un aereo in internet con AIRASIA. Molte località hanno aeroporti e i voli di questa compagnia sono affidabili e possono essere competitivi.

COME SCEGLIERE LE ISOLE DOVE ANDARE?
Esistono guide cartacee che forniscono descrizioni e informazioni di ognuna (LONELY PLANET, ROUTARD, ROUGH GUIDE) ma il bello di una vacanza tra le isole della Thailandia è proprio l'inventarsi un proprio itinerario o l'andare alla scoperta delle isole meno note. Difficilmente si sceglie l'isola sbagliata: credo che ogni isola valga la pena di essere vista! Il mare è stupendo ovunque! Puket, Phi Phi, Samui sono forse le isole da evitare perché hanno perso quel carattere un po' selvaggio che ci piace tanto in quanto hanno sostituito le capanne di bambù con casette o palazzi di cemento armato e i prezzi sono più alti che altrove.
Koh Pha-nghan, Koh Lanta e anche Koh Tao offrono una discreta vita notturna mentre le isole più piccole sono per coloro che 'sono usciti dal tunnel del divertimento'!
Se si è determinati a vedere le spiaggie più belle situate all'interno dei parchi naturali, per evitare le sterili toccata-e-fuga delle escursioni in giornata, è buona idea portarsi la propria tenda. In questo modo si potrà alloggiare sul posto anche dove non esistono bungalow. Le tende fornite in loco non sono molto pulite ed è alto il rischio di trovarci le bedbugs (pulci da letto).

OCCORRE PRENOTARE?
Se viaggiate in bassa stagione, ossia in luglio e agosto, non c'è bisogno di prenotare, i prezzi sono più bassi e la stagione può essere sorprendentemente bella!
Da novembre a marzo invece chi ha poco spirito di adattamento deve prenotare. Questo non significa che deve farlo da casa ma significa che deve sicuramente partire con una guida cartacea, individuare la sistemazione e telefonare all'hotel successivo dall'hotel precedente.
Se siete più avventurosi partite e qualcosa troverete sapendo che la prima notte forse dovrete scendere a compromessi con voi stessi o con il vostro portafoglio! La mattina dopo, avendo cura di battere sul tempo i nuovi arrivi, si troverà sicuramente la sistemazione che si desidera.
I siti internet tipo booking.com o agoda.com sono utili per le grandi città. Delle isole propongono solo le mega-resort e non si capisce mai dove.

COSA PORTARE
É utilissimo portarsi un SACCO A PELO leggerissimo (di quelli apribili) o un piccolo lenzuolo poiché i letti sono spesso dotati solo del lenzuolo di sotto e di coperta.
Portarsi una TORCIA, quella frontale è ideale, per andar in giro di sera e per entrare nelle grotte.
Portare i soliti repellenti antizanzare e le creme protettive per il sole.
Un COLTELLINO per tagliate la frutta è sempre utile.
Fondamentale portarsi MASCHERA E BOCCAGLIO che quelle comprate in loco (quando si trovano) per 6-7€ valgono poco.
I più organizzati potrebbero portarsi un piccolo BOLLITORE (o una resistenza scalda acqua elettrica per tazze) con bustine di te e di caffé solubile da prepararsi in bungalow e sorseggiarsi in veranda (quando c'è l'elettricità).

COSTI
Sulle isole, una sistemazione carina fronte mare costa dai 20 ai 30€ in due (800/1200 bath). Se volete il lusso dovete arrivare almeno ai 60€.
Una colazione caffé, pane tostato, burro e marmellata 1,5-2€.
Un pasto thai 3-4€.
Piatto di frutta: 2€.
1l d'acqua: 0.50/0.75€
1 coka in lattina: 1€ o meno.
1 birra 350cl: 1,5€.

Considerate circa 25€ al giorno per mangiare e dormire.
Ciò che incide maggiormente sul budget sono i costi degli spostamenti. Più isole fate, più sono distanti fra loro, più traghetti prendete più spendete.
Una tratta di mezz'ora circa 10€, una di 2 ore circa 20€, di 4-5 ore 40/50€.
Viaggiare via terra su autobus o comodi van di linea costa molto molto meno.
Considerate che l'autobus notturno che da Bangkok vi porta sulla prima isola a ovest come a est vi costa sui 25€ (traghetto incluso). Se avete poco tempo e poca voglia di sbattervi valutate l'aereo (+ traghetto). Per certe destinazioni è comodo anche il treno, dipende dagli orari di arrivo del treno al porto e dagli orari di partenza delle boats. Su internet trovate tutto.

BUON VIAGGIO

UNA GIORNATA SU UN'ISOLA DISABITATA

Ci alziamo che non sono ancora la sette ma abbiamo dormito per buone nove ore cullati dalle onde. Usciamo sulla verandina del bungalow: in giro non c'è ancora nessuno. Solo gli uccelli sono svegli e il loro cinguettio fa da contrappunto alle onde che ancora si infrangono rumorosamente contro la battigia. Restiamo in ascolto per lunghi minuti poi io sgombro il pavimento di legno della veranda, stendo il tappetino e inizio a fare yoga. Ho ripreso ormai da una decina di giorni e ho recuperato un po' dell'elasticità che avevo acquisito all'ashram SIVANANDA di Trivandrum (India), dove in dicembre abbiamo trascorso una settimana (vedi post relativo). Dopo diversi esercizi di riscaldamento, ripeto il saluto al sole per 10 volte, in modo sempre più dinamico. Quando ho finito corro in mare, qualche bracciata e poi filo sotto la doccia fredda (l'acqua calda è un vero lusso da queste parti, ma ci si abitua subito!). Adesso sono pronta per la colazione! Dobbiamo camminare dieci minuti lungo la spiaggia prima di raggiungere un resort con un bar più fornito del nostro. Ma lungo il percorso abbiamo modo di ammirare e di fotografare scorci strepitosi di quest'isola meravigliosa. Facciamo un giro anche al market, il più sfornito che abbia mai visto, e usciamo solo con una bottiglia d'acqua. Ci sediamo nel ristorante del parco nazionale ma ci rialziamo subito: ha finito le provviste, non ha nulla da darci da mangiare, solo uova senza pane. KRADAN è un'isola disabitata, parco nazionale appunto, e il cibo giunge via mare. La carne, il riso, il pane da tostare per la prima colazione, la frutta e la verdura arrivano da Trung (sulla terraferma) e da MUK. Ci dicono che la barca con le scorte alimentari arriva nel pomeriggio. Ci accontentiamo di un caffè! Torniamo sui nostri passi fino alla resort dove alloggiamo e ordiniamo toast e marmellata. Il burro non lo tengono, non hanno il frigo! Scopriamo che l'isola non ha elettricità e che ogni resort ha un generatore che accende solo la sera per poche ore.
Ma non importa, il mare è da favola! Con la maschera e il boccaglio acquistati a ko Tao ci godiamo il mare che già a riva è ricco di coralli e di pesci colorati. Arriviamo fino a dove il reef si getta nel 'grande blu' e i grossi coralli che delimitano la barriera somigliano a giganteschi cavolfiori di ceramica e a grappoli di frutta esotica. Wow, che sorprese riserva la natura! e quanti pesci colorati! piccolissimi come un mezzo mignolo, grandi come Nemo e anche lunghi come un avambraccio: alcuni nuotano da soli, ti fissano, ti puntano e anche ti pizzicano! altri si muovono prevalentemente in gruppo. 
Alterniamo lo snorkelling al relax all'ombra di una palma.

Tutte le resort dell'isola, 4 o 5 in tutto, sono sulla spiaggia, solo una è all'interno, il Lost Paradise, il cui ristorante gode di buona reputazione. Il problema è arrivarci! Si può raggiungere passando dalla spiaggia, quando la marea è bassa (durante il giorno), oppure attraverso 10minuti di fittissima giungla. Scegliamo ques'ultima opzione per recarci a cena e, alle sei di sera, con la luce del giorno, il breve trekking si rivela strepitoso! Ma sulla via del ritorno, nel buio pesto della notte, l'esperienza è inquietante, nonostante sappiamo che non ci sono animali pericolosi, nemmeno scimmie. Solo Cobra! Infatti è proprio in un lungo e grosso serpente scuro che ci imbattiamo: sia io che Mauri siamo muniti di lampade frontali e bastoni per smuovere le foglie dello strettissimo sentiero e facciamo in tempo a vederlo fuggire via!

Stiamo trascorrendo questi giorni in compagnia di Silvana ed Evasio che, conosciuti a Koh Lanta, ci hanno seguito sia a Koh Muk che su questa isola. Sono entrambi esperti viaggiatori ed è bello scambiare esperienze e racconti di viaggio e di vita con loro.
Quello che ci rimarrà di questo lungo e ricco viaggio, saranno anche le persone che ci abbiamo conosciuto e la quantità e qualità delle relazioni che riusciremo a portarci a casa.


giovedì 21 febbraio 2013

KOH KRADAN - LOOKS LIKE HEAVEN!

KOH KRADAN è bellissima! Ci conquista immediatamente come ci avviciniamo a bordo della long tail.

Abbiamo lasciato Koh Muk a metá mattinata dopo aver pattuito il prezzo per l'attraversata con uno dei barcaioli dell'isola. Abbiamo speso 450 bath in due anziché 300 a testa: non solo abbiamo risparmiato 4€ ma siamo anche partiti quando abbiamo voluto.
KRADAN è l'isola che si trova esattamente di fronte alla FARANG BEACH (alias 'Charlie's Beach') di ko MUK, quella che vedevamo dal nostro bungalow.
La signora del nostro hotel aveva fatto qualche telefonata per noi ed era riuscita a trovarci una sistemazione in una resort non sulla costa a nord, dove sono tutte le altre, ma a est e, visto che ci ha detto di considerarci fortunati, abbiamo sperato il bene.
Il costo di un bungalow all'AO NIANG RESORT corrisponde al massimo che siamo disposti a spendere: i soliti 800 bath, 20€, a notte.
Abbiamo poi scoperto che la nostra resort ha di fronte la barriera corallina più ricca di pesci dell'isola! Inoltre non è inquinata dai r/umori delle barche e dei barconi. Insomma: un vero paradiso! Anche il nostro bungalow ci piace un sacco: è a dieci passi dal mare, ha veranda con sedie e tavolino, ha un ottimo materasso, zanzariera alle finestre e sul letto, un bagno grande pulitissimo e... parzialmente aperto, come si usa qui!
Abbiamo immediatamente deciso di rimanere per cinque notti e di terminare qui la nostra vacanza in Thailandia!



mercoledì 20 febbraio 2013

EMERALD CAVE - LA GROTTA DI SMERALDO

Non c'era un film intitolato così, con Shirley Temple?
A pensarci bene, il film si intitola 'Laguna Blu' ma l'immagine che mi è venuta in mente raggiunto il fondo dell'EMERALD CAVE è stata proprio quella del luogo magico in cui Shirley Temple era finita dopo essere sopravvissuta a un naufragio (ovviamente non da sola).

Per raggiungere questa grotta, punta di diamante dell'isola di MUK, dove in passato i pirati nascondevano i loro tesori, partiamo prima delle otto di mattina con una canoa noleggiata sulla spiaggia e pagaiamo per una mezz'ora scarsa.
Il mare calmo, il sole dolce; incrociamo solo un catamarano fermo per la notte. Siamo partiti presto per battere sul tempo i turisti che tra poco arriveranno sui barconi e siamo determinati ad avere la grotta tutta per noi! Io faticherei ad individuarne l'entrata ma, grazie all'occhio da esperto speleologo di Mauri, ci dirigiamo a colpo sicuro verso una piccolissima apertura quasi a fior d'acqua. Scivoliamo sotto con la canoa e non ho nemmeno il tempo di avere paura che sopra di noi si apre una stanza enorme e il buio di fronte viene rischiarato dalla torcia frontale del mio uomo, che si muove curioso e a suo agio lungo la gola della montagna. Dopo nemmeno cinque minuti di lento scorrimento sulle acque buie della grotta, intravediamo una luce sulla parete di destra. Svoltiamo e, in fondo a un corridoio, vediamo una spiaggia! Non ci sono parole per descrivere la bellezza del luogo: una spiaggia racchiusa tra pareti di roccia alte un centinaio di metri totalmente ricoperte da uno strato di giungla, una sintesi perfetta della flora dell'isola, baciata solo dal sole di mezzogiorno. La mattina infatti la spiaggia è avvolta dall'ombra ed è forse questa luce semi oscura che la fa sembrare una laguna.

L'incantesimo è presto rotto da un gruppetto di vikinghi che sbraitano nella grotta: è tempo di rientrare. Ritorniamo sui nostri passi e piano piano ci avviciniamo verso l'uscita. Quando la luce del sole giunge ad illuminare l'interno della grotta ci accorgiamo che è filtrata dall'acqua che, di conseguenza, tinge la grotta di smeraldo.

GUSTOSA KOH MUK

A Koh Muk si sta proprio bene! Oltre ad avere due belle spiagge e un bel mare, questa piccola isola ospita una comunità di socievoli mussulmani le cui donne non portano veli e il cui muezzin sbraita sottovoce. Il villaggio si trova all'estremità opposta alla 'Charlie's Beach', così chiamata per la resort che ne occupa la granparte. Ed è simpatico camminare per un km e mezzo, attraversare la giungla che separa il paese dalla nostra spiaggia e osservare la natura ancora quasi incontaminata e ricca di piante e fiori esotici così come di insetti e lucertoloni tropicali. Anche qui si vedono pezze di gomma stese al sole tra gli alberi della gomma, le palme, i banani e le mangrovie e, tra foglie lunghe e nette, riconosco quegli strani fiori rossi che sono solita comprare all'IKEA per adornare la mia casa di Reggio. Ci sono sterlizie in grande quantità ma forse non ancora in stagione poiché piccole, come non del tutto sbocciate. Il villaggio ha qualche negozietto e piccoli barettini dove fermarsi per un frullato di mango o di ananas e anche per un caffé e due o tre ristorantini. Anche qui come in tutto il sud-est asiatico si può mangiare a tutte le ore del giorno in quanto il menu asiatico prevede riso e curry fin dalle prime ore del mattino! Noi continuamo a mangiare uova e pane toastato con burro e marmellata a colazione e in genere consumiamo un pranzo leggero a base di frutta o riso. La sera invece scegliamo bene dove e come mangiare. Nella nostra resort cucinano bene il bbq di pesce e io difficilmente ci rinuncio. Mauri preferisce la carne e i piatti thailandesi. Il ristorante migliore per questo cibo è, non solo secondo noi, quello dell'HAD FARANG RESORT, dove ieri sera abbiamo mangiato, come antipasto, una deliziosa piccantissima papaya salad. Io ho poi continuato con una mousse di pesce e lime in foglia di banano e Mauri con del pollo in curry di patate e anacardi, Birra e coca: 380bath, quasi 10€. Sì, questo è un ristorante particolarmente economico secondo i prezzi vigenti nella Thailandia di oggi, alta stagione.





lunedì 18 febbraio 2013

ARRIVO A KOH MUK

Koh Lanta è un'isola molto apprezzata dai turisti. Ha una discreta vita notturna, con party ogni sera in un locale diverso a seconda del giorno della settimana. Anche la zona del porto sembra costruita ad uso e consumo dei turisti e la gente locale non si capisce bene dove risieda. Pare sia stata scelta dagli scandinavi come luogo dove acquistare la casa delle vacanze dopo essere stata decretata - da tecnici assunti da loro stessi - l'isola più al riparo da possibili altri tsunami.
È ubicata in un punto strategico del mare Andamano, poco lontana dalla terraferma e ben collegata sia alle isole del nord, tipo Puket e Phi Phi, che a quelle del sud: le Trung Islands, Koh Lipe e giù fino a Langawi, Malasia.
Quest'ultima isola vorrebbe essere il nostro obiettivo di fine mese prima di raggiungere Kuala Lampur per volare poi sulla Gold Coast australiana. Purtroppo il tempo atmosferico condiziona un poco le nostre scelte, già limitate dalla scarsa recettibilità degli hotel e dai tempi e costi degli spostamenti. Per esempio un viaggio da Koh Lanta a Koh Lipe (5ore) costa quanto il viaggio da koh Muk a koh Lipe (2.30 ore): 1400/1500 bath, quasi 40€.
Decidiamo di andare comunque a KOH MUK o MOOK, anche perché non abbiamo voglia di farci 5 ore di nave che sappiamo già saranno almeno 6 o 7. Spendiamo 650 bath, a cui ne aggiungiamo altri 50 per poter essere trasferiti sull'isola tramite una long tail che ci viene a prendere in mezzo al mare. Ma è tutto facile e tutto bello!
Approdiamo proprio davanti alla resort in cui, poco prima di partire, dopo vari tentativi, abbiamo trovato posto per 800 bath, 20€.
Si tratta del SAWADDEE RESORT, che ci mette a disposizione un basico ma confortevole bungalow front sea: la posizione è spettacolare! Acque smeraldine a pochi metri dalle nostre orecchie e giungla sulle colline alle nostre spalle. Ci hanno invitato a non lasciare nulla fuori sulla nostra veranda perché di notte le scimmie vengono alla ricerca di cibo!
L'impatto con l'isola è così buono che prenotiamo la stanza per i prossimi 4 giorni. Dopo un bel bagno ristoratore facciamo conoscenza con i nostri vicini di bungalows: tutti inglesi in pensione, abitués dell'isola! Ce ne descrivono le bellezze e le possibili vie per esplorarla e comprendiamo velocemente che anche qui non riusciremo a rimanere incollati alla sabbia!



domenica 17 febbraio 2013

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO!

Mi piace molto ricevere commenti al mio blog ma noto che chi mi segue me lo fa sapere tramite altri mezzi tipo facebook o mail. Credo che sia perché lasciare commenti direttamente sul blog è DIFFICILE. Luca ci riesce ma è un informatico. Mia sorella idem. Il fratello di Mauri non lo è ma c'è riuscito! IO STESSA NON RIESCO A RISPONDERE AI COMMENTI! Chiedo scusa a tutti e a MAO in particolare a cui colgo l'occasione per rispondere ora. Ciao Mao, ci conosciamo?
Il nome spirituale credo che uno lo scelga in base al viaggio 'spirituale' 'personale' che si fa... Entrata nell'ashram io avevo deciso che non era ancora tempo di abdicare a me stessa poi una mattina ho trovato un tappetino yoga davanti al mio letto: proprio ciò di cui avevo urgente bisogno! La mia vicina di letto o lo aveva dimenticato partendo o ha voluto farmene regalo. Aprendolo ho trovato il suo nome scritto sopra: MAYA e ho pensato che avrebbe potuto essere anche il mio nome, per omaggiare lei e perché sono sempre stata molto affascinata dal filosofico velo di Maya. Ma non mi sono mai presentata cosi a nessuno. Non mi sento ancora Maya!
Spero di aver soddisfatto la tua curiosità! La prox volta è meglio che mi scrivi su facebook oppure a ku01@hotmail.it
Ciao a tutti
Katia

venerdì 15 febbraio 2013

KOH LANTA

Partiamo da Khao Lak con l'intenzione di andare in un'isola della baia di AO PHA-NGHA ma lungo il percorso cambiamo repentinamente idea dopo aver ricevuto una mail poco chiara dalla guesthouse che avevamo prenotato. Le troppe difficoltà forse ci segnalano che non dobbiamo insistere. Giunti alla stazione dei bus di Pha-ngha Town a bordo di un comodissimo taxi pubblico che ci ha caricati per strada (90 bath), decidiamo perciò di partire alla volta di Krabi e da lì, dopo un paio d'ore di auto-van (150Bath) che si imbarca anche sul traghetto, approdiamo a KOH LANTA, isola di discrete proporzioni, ben attrazzata per il turismo dove speriamo di trovare una camera per dormire, magari un bungalows sulla spiaggia! Finisce che la prima notte dormiamo in un decoroso bungalow in muratura lungo la strada principale ma, muniti di motorino, individuiamo il luogo dove ci trasferiremo dopo: il SEAPEARL LANTA COTTAGES, con graziosi bungalows di legno e paglia sulla spiaggia e un buon e bel ristorante front sea (800bath). È qui che il 15 febbraio ho festeggiato il mio compleanno, facendomi coccolare dalla massaggiatrice della spiaggia, dalle onde e da... Mauri! La sera ci siamo trovati con Silvana e Evasio per una piacevole cenetta a lume di candela. La vacanza continua!



giovedì 14 febbraio 2013

VIAGGIATORI

Dopo aver tracciato quelle che secondo me sono le due principali tipologie di 'visitatori' - in TURISTI PER CASO - mi viene da fare delle considerazioni sulla varietà della fauna dei viaggiatori che si incrociano in giro per il mondo. Sono infatti riconducibili a diverse tipologie o a un mix delle stesse. Alcuni viaggiatori misurano se stessi e gli altri sulla base del numero dei paesi visitati, come Paul, l'amico inglese, che ha al suo attivo qualcosa come 50 stati e parlava di altri suoi conoscenti con riferimento al numero di stati da loro visitati. Non molto diversi, forse, sono coloro che collezionano i timbri sul passaporto e che adorano i visti perché sono grandi e colorati, occupano un'intera pagina e rendono il passaporto piú interessante. Ne ho conosciuto uno anni fa in America Centrale, anche lui inglese, che ammetteva tranquillamente di essersi dato come obiettivo di terminare tutte le pagine del passaporto e per questo cercava di passare piú frontiere possibili. Questi viaggiatori, che sono spesso giovani, collezionano le bandierine adesive degli stati visitati appiccicate sullo zaino e su una parete di casa hanno una mappa geografica del mondo dove ostentano con orgoglio le mete dei loro viaggi. Costoro, ovviamente, vanno velocissimi, rarissimamente tornano nello stesso stato e naturalmente dopo qualche mese già non ricordano il nome dei luoghi visitati, e dopo pochi anni non sanno nemmeno più cosa vi hanno visto. Ma l'emozione suscitata dai viaggi, quella rimane e mette radici profonde.
Ci sono viaggiatori che visitano un paese per volta e ci tornano e ritornano per anni consecutivi, fino ad esserne sazi e poter passare ad una nuova pietanza. Io mi sono innamorata in questo modo tre volte: Londra, il Marocco e il sud-est asiatico. Ma quest'ultimo è un amore piú... aperto e probabilmente con questo viaggio mi sazio per un po' (l'India però è altra storia).
Ci sono viaggiatori che viaggiano per portare indietro cimeli da riempire la casa con tracce dei loro ricordi; altri non acquistano nulla e non fanno nemmeno foto perché "le esperienze si fanno dentro e i loro ricordi scaldano l'anima", mi diceva una spagnola sul treno per Mandalay.
Ci sono viaggiatori che stanno in giro per anni senza tornare a casa - come un brasiliano incontrato in Grecia o un argentino trovato in India - mantenendosi con la produzione e vendita di piccoli prodotti di artigianato. Ci sono gli anglosassoni e gli israeliani che, prima o dopo l'Università, fanno un anno in giro per il mondo con una lunga sosta in un qualche paese per rimpinguire le tasche con qualche lavoretto stagionale (tipo la raccolta dei pomodori in Australia).
Ci sono i pensionati francesi e tedeschi che girano il mondo in modo rilassato per i lunghi mesi invernali o per anni consecutivi. Per esempio, i viaggiatori francesi IN CAMPER di Khao Lak hanno attraversato con il loro proprio mezzo Siberia, Mongolia, Cina, Nepal, Laos e Cambodia prima di entrare in Thailandia, impiegando 6 mesi. Abbiamo incontrato anche una rarissima coppia di italiani neo-pensionati, Evasio e Silvana, che sono in giro da ottobre come noi e come noi hanno fatto l'India e faranno la Birmania. Sono di Milano e lei, Silvana, è un'ex insegnante di Chimica. Hanno dalla loro lo spirito e le energie di due ventenni (di una volta!) e la conoscenza della lingua inglese, sconosciuta alla stragrande maggioranza degli italiani adulti ma indispensabile per viaggiare!

Ci sono viaggiatori che grazie a un viaggio cambiano dentro, altri che durante il viaggio cambiano anche fuori! Questo fenomeno era particolarmente visibile in India e mi piaceva definirlo come 'la metamorfosi del viaggiatore'.
Difficile non essere coinvolti, direi 'travolti', dall'India! In genere durante il primo mese si va poco a poco adeguando il proprio abbigliamento ai costumi locali e piano piano ci si sbarrazza di tutti i caratteri distintivi dell'occidente sostituendo anche il marsupio e lo zainetto con le borse di tela indiana. Poi si preferiscono sandali o ciabatte dell'artigianato locale alle scarpe sportive o alle flip-flop portate da casa. E' una sorta di depurazione. Dopo un paio di mesi si è pronti per il salto finale: la sostituzione del proprio nome con un nome indiano! Molti stranieri (anche italiani) incontrati in India si sono presentati a noi con un nome indiano (Adanta, Gopala, Maya vanno molto!) e forse tutto inizia negli ashram dove nelle carte di registrazione, oltre al nome anagrafico, viene richiesto 'il nome spirituale'.

Mentre oserei dire che tutti i viaggiatori subiscono il fascino indiano, la Birmania non risulta altrettanto coinvolgente. Solo qualche giovane francese e svizzero abbiamo notato indossare il longy (la gonna maschile) e uno dei cappelli di paglia e bambù della tradizione. Ma che eleganza! É vero che il tempo di permanenza in Birmania è per tutti limitato ai 28 giorni del visto ma è altrettanto vero che i birmani per primi hanno abdicato alla tradizione a favore della moda occidentale (pur essendo un orribile made in china a prezzi poco convenienti).
In Thailandia invece torna la voglia di essere occidentali sia perché loro si vestono come noi sia perché l'abbigliamento made in Thai di questi ultimi anni non ha nulla di creativo. Indossando il mio bel taftano indiano, comprato per festeggiare l'ultimo dell'anno a MAMALAPHURAM, mi sentivo decisamente fuori luogo in Kao San Road!





mercoledì 13 febbraio 2013

TSUNAMI MEMORIAL - 8 ANNI DOPO

Khau Lak, 60km a nord di Puket, é stato uno dei posti della costa thailandese più colpiti dallo Tsunami del 16 dicembre 2004 che ha fatto ufficialmente 4000 vittime ma ufficiosamente si dice 10000, a causa della presenza di un folto gruppo di popolazione birmana 'non censita'. Lungo la costa sono presenti pali alti un metro con sopra scritto il numero di metri in altezza che le onde anomale hanno raggiunto in quel preciso punto: due, cinque, dieci metri. Si ritiene che la folta vegetazione, pur essendo stata distrutta, abbia attenuato l'irruenza delle onde e un programma di ripiantumazione è stato prontamente attivato: oggi la costa appare già piacevolmente ombreggiata. Strategie di allerta in caso di nuovo rischio sono state attivate e diversi cartelli disseminati lungo la costa informano i turisti sul comportamento da tenere in caso di perocolo. Un sistema di prevenzione è stato messo a punto e megafoni sono stati disposti ovunque e l'anno scorso, in occasione del terremoto avvenuto nell'isola di Sumatra, hanno funzionato allertando la popolazione affinché potesse correre al sicuro 2 ore prima del verificarsi del cataclisma.

Abbiamo visitato lo TSUNAMI MEMORIAL che è in fase di costruzione attorno al luogo in cui è stata spinta la nave 813 della polizia, che stazionava a 2miglia dalla costa. Il relitto é stato lasciato dove l'onda anomala lo aveva spinto: ai piedi della giungla a un chilometro dalla costa.
Il museo sará molto grande e avrà lo scopo di ricordare le persone scomparse e quei momenti tremendi che hanno traumatizzato e impietosito il mondo.




martedì 12 febbraio 2013

TURISTI PER CASO

Le spiaggie di KHAU LAK sono bellissime! Il verde alle spalle della spiaggia è giungla intricatissima attraverso la quale l'uomo è riuscito a ricavare strisce d'asfalto o di terra rossa lungo le quali ha disposto le proprie case e città. Non mi stancherei mai di ripetere quanto è bella la Thailandia, ovunque la si guardi. Questa zona in particolare, attrezzata per il turismo come la nostra costa adriatica, è meta prescelta dagli scandinavi, abbiamo persino visto un ristorante che si spaccia per tale e altri con nomi vichinghi! Non mancano però i turisti di giornata e quelli sono per lo più russi che arrivano da Puket in mini-van. E ci sono pure dei viaggiatori francesi, in camper!

Qui, come non altrove, si fa netta la differenza tra viaggiatore e turista. Il viaggiatore non ha programmi troppo definiti e non sa quando il suo viaggio terminerà. Sta in giro a lungo e non sa cosa sta cercando ma è alla ricerca di qualcosa. Il turista ha le idee chiare, ha poco tempo a disposizione e si è organizzato bene per sfruttarlo al massimo. Quasi sempre si avvale dell'ausilio di agenzie di viaggio del proprio paese o acquista pacchetti confezionati da agenzie locali. Non bada a spese per appagare il proprio desiderio di stare bene, di non stressarsi. Il viaggiatore, al contrario ha molto tempo a disposizione ma un budget giornaliero limitato e il lungo viaggiare, lo spostarsi costantemente da un luogo all'altro, da una camera di hotel all'altra, lo rendono spesso fisicamente affaticato, a tratti stressato e smagrito. Così siamo noi oggi, qui, pesci fuor d'acqua tra questi scandinavi dai portafogli gonfi e dal ventre obeso. Dobbiamo rinunciare anche alle Similan e alle Surin, vendute a loro a pacchetti a peso d'oro. Andare in modo autonomo è impossibile perché i pochissimi bungalow sono prenotati dalle agenzie, forse il solo modo è rappresentato dal dormire in tenda ma non è garantito e soprattutto non ne abbiamo voglia!
Optiamo quindi per fare i turisti (poveri!) per qualche giorno su queste splendide spiaggie, dedicandoci soprattutto a mangiare, dormire e rilassarci al sole!

lunedì 11 febbraio 2013

DA KOH TAO A KHAO LAK

KOH TAO è rimasta un'isola deserta e sperduta in mezzo a un mare da sogno fino al 1943 quando, per un paio di anni, è stata utilizzata come prigione per i prigionieri politici che lottavano quotidianamente per la sopravvivenza contro squali, malaria e fame. Un prigioniero descriveva l'isola come un inferno, la sola consolazione era ogni sera lo spettacolo del tramonto sul mare. In seguito qualche abitante della vicina koh Samui si è trasferito nella zona a nord di Sairee Beach con la famiglia. Ma i primi viaggiatori scoprirono le bellezze dei suoi fondali nel 1977 e solo nel 1984 è nata la prima resort dell'isola.

Rimaniamo a Koh Tao 4 giorni pieni e il quinto, all'alba, ripartiamo per la terra ferma. Ci piacerebbe andare per qualche giorno alle SIMILAN o alle SURIN, entrambe parchi marini, pertanto decidiamo di fare tappa a KHAO LAK, sulla costa ovest, appena sopra PUKET. Volevamo andarci a modo nostro con i mezzi più economici ma lo sbattimento risultava nettamente superiore al risparmio quindi per la seconda volta abbiamo accettato di farci appiccicare un numero sulla maglia e di essere spediti come pacchi, passando di mano in mano a vari vettori (catamarano, navetta, pick up, pullman) raggiungendo la meta a metà pomeriggio (950bath a testa, 24€). Il viaggio in catamarano è stato allucinante, ci ha riportato con la memoria al treno-tagadà del Myanmar e per fortuna avevamo preso una pillola contro il mal di mare! In poco più di tre ore ci ha portato dall'isola a koh Samui e poi a Surat Thani da dove abbiamo continuato con lenti mezzi terrestri e siamo arrivati a Khao Lak con quasi tre ore di ritardo. Fortunatamente, adeguandoci alle vigenti condizioni di viaggio, avevamo prenotato una guesthouse seguendo le indicazioni della Lonely Planet e siamo stati molto felici di essere accolti con un sorriso in questo bel posto! Il BANANA BUNGALOWS mette a disposizione graziosi bungalows di legno con addirittura due doccie: una interna con acqua calda e una esterna con acqua fredda a 700bath con ventilatore e 900 con aria condizionata. Il giardino pieno di piante ospita una graziosissima piscina dove ci immergiamo immediatamente dopo aver posato le valige e ci trascorreremo in seguito le prime e le ultime ore della giornata.

sabato 9 febbraio 2013

É FINITA LA CUCCAGNA?

A KOH TAO è possibile fare il giro dell'isola in barca con un gruppo di turisti per 750bath (+100 di ingresso a Koh Nang Yuan): più di 20€ a testa. Ricordo benissimo di avere pagato solo 7000 lire, nel 2001, ed eravamo solo in due su una long tail con un barcaiolo a nostra disposizione. Allo stesso modo sono lievitati i prezzi di ogni cosa ma ciò che mi piace di meno è che sembra difficile organizzare le cose per conto proprio perchè la maggior parte delle persone si affidano alle agenzie locali o virtuali prenotando gli hotel, le escursioni 'almeno tre mesi prima', mi ha detto un ragazzo tedesco conosciuto in autobus. Addirittura! Persino trovare uno scooter da noleggiare in certi posti è difficile perché 'sono tutti prenotati'. I giovani soprattutto, operando tramite internet, hanno inaugurato questo nuovo modo di viaggiare. Non si può più arrivare sul posto, visionare due o tre guesthouse e poi scegliere quella che si preferisce oppure avvistare dalla barca il bungalow che piace di piú e avere speranze che possa essere libero e a poco prezzo! É finita la cuccagna, è finita la poesia!

Comunque noi cerchiamo di tenere duro e noleggiamo un motorino per vedere le spiaggie a modo nostro e con i nostri tempi. Il costo del noleggio è conveniente: 200bath, 5€ al giorno e la moto ha un gran motore e solo un mese di vita. Dobbiamo stare attenti a non incidentarla però perché ogni graffio si paga a peso d'oro! Ci dicono che nonostante le recenti pavimentazioni le condizioni delle strade rimangono molto precarie, soprattutto verso MANGO BAY. Non so perché ma è proprio a Mango Bay che ci viene subito voglia di andare! La strada sale vertiginosamente per poi scendere con altrettanta ripidità ma sembra percorribile senza veri problemi fino a quando... non finisce la pavimentazione di cemento e ci ritroviamo in un ripido sentiero terroso e sabbioso dove usare i freni risulta molto pericoloso. Per fortuna Mauri è un provetto pilota e riusciamo a rimanere saldi sulla sella fino a destinazione. Peccato che Mango Bay sia raggiungibile solo via mare! Siamo arrivati in un resort sul mare vicino alla spiaggia, dopo quasi 400 gradini a piedi, ma solo Mauri riesce a spingersi vicino ad essa, a nuoto: io mi faccio un bagno nella spiaggia del resort e quando torna decidiamo di riprendere il tour in moto verso la meta più prestigiosa della zona: una coppia di meravigliose isole unite da una striscia di sabbia: KO NANG YUANG. Ci rechiamo fino a dove conduce la strada che va a nord e poi scendiamo verso un resort da cui dall'alto abbiamo visto che partono barche per l'isola. Ci chiedono 250bath a testa per fare 5 minuti di barca, 6,20€ andata e ritorno a testa (+l'ingresso al parco nazionale di altri 100bath). Compensiamo con il regalo di un ombrellone e due sdrai fatto da una coppia di gentili tedeschi (i tedeschi sono sempre molto friendly) che ci permette di trascorrere tutto il pomeriggio in questo splendido posto. Ovviamente non siamo soli: orde di turisti russi e cinesi (siamo in pieno capodanno cinese) affollano le spiagge dell'isola che per fortuna sono doppie, godendo del mare su due versanti. Le acque sono trasparenti e i pesci sono tanti. Solo i coralli hanno perso i loro colori e molti anche il loro vigore giacendo spezzettati sul fondo del mare. Ma nell'angolo di mare detto dei 'Japanese Garden' nuotiamo su coralli vivi bellissimi, pur essendo prevalentemente monocromatici, abitati da pesci coloratissimi. Mauri è soddisfatto, dice di non aver mai visto nulla del genere.
Verso le 4 la maggior parte dei turisti lascia gli isolotti e Koh Tao, rientrando a Koh Samui o sulla terra ferma e l'isola ritorna quasi alla pace di un tempo non lontano quando nessuno ancora solcava le sue acque. Fino al 1943 koh Tao era complemente deserta.

DA CHATUCHAK A KO TAO

Dopo due mesi di India e uno di Myanmar, un po' di riposo nei paradisi tropicali della Thailandia è davvero strameritato!
Ci fermiamo a Bangkok il tempo necessario per rifornire il nostro guardaroba al CHATUCHAK MARKET, mercatino del week end nel nord di Bangkok, dove ci rechiamo direttamente dall'aeroporto Don Muang con 15 minuti di autobus. Depositiamo gli zaini nel primo banco del mercato chiedendo gentilmente il favore di custodirceli per qualche ora e... via allo shopping sfrenato! Io vedo immediatamente diverse cose di mio gradimento, Mauri trova un paio di pantaloni da spiaggia e dei magneti per il frigo. C'è davvero di tutto in questo enorme mercato straripante di merce: dalle copie di abbigliamento di varie marche, al vintage, al made in thai, all'artigianato locale, prodotti per la casa, arredamento, ecc, e molto cibo. Qualche ristorantino intrattiene i propri clienti con balletti di sexi maschietti o ladyboys. Verso le 6 siamo così cotti da cedere al primo tuk-tuk che ci propone di accompagnarci all'hotel che abbiamo saggiamente prenotato e pagato via net dal Myanmar.

Il giorno dopo sbrighiamo un po' di faccende logistiche: spediamo un po' di roba in Italia tra cui i souvenir di legno e la guida del Myanmar e in posta incrociamo numerosi stranieri che spediscono pacchi di vestiti Thai in Italia o in Francia dove verranno poi rivenduti. Secondo me non si fanno più i buoni affari di un tempo sia perché la qualità dei tessuti e dei disegni è drasticamente peggiorata a fronte di un aumento dei prezzi (potrei dire tranquillamente raddoppiati nel giro di 10 anni), sia perché le spese di spedizione sono significative. Per 3,5kg di roba abbiamo speso 1000bath, ossia 25€, via terra, tempo di arrivo previsto in due, tre mesi.

Poi ci organizziamo per partire per l'isola di KO TAO, dove nel 2001 ero rimasta folgorata dai colori dei fondali e dalla straordinaria quantità e varietà di pesci tropicali. Ora vorrei rendere partecipe di queste bellezze, che ho tanto decantato, anche Mauri che è appassionato di mare. Partiamo alle 8 di sera con un night bus che ci porta a CHAMPUNG e da lì in barca a Ko Tao con un catamarano che in un'ora e trenta, alle 8.45 del mattino, ci scaricherà nell'isola. Il tutto prenotato tramite il nostro hotel per un totale di 950 bath a testa, 24€. Piuttosto costoso.
Sono le 9 e l'autobus è in ritardo. Attendiamo da più di mezz'ora in mezzo ad una rotonda, insieme ad una cinquantina di persone di tutte le nazionalità ed età (anche bambini) e ognuno di noi ha il numero di posto appiccicato sulla maglietta. Inizialmente mi sono rifiutata di venire etichettata come una merce o una bestia da trasportare poi, per non litigare, ho ingoiato il rospo e fatto come gli altri. E siamo rimasti così bollati in mezzo alla rotonda senza protestare per due ore. L'autobus a due piani è finalmente arrivato, mauri con il numero 1 e io con il nunero 2, saliamo al piano superiore e ci posizioniamo in un posto molto comodo, dove riusciamo quasi a sdraiarci e io riesco a dormire mentre Mauri non chiude occhio per tutto il viaggio. All'alba siamo al porto di Champung e alle 7 sulla nave che senza ritardo ci porta a Ko Tao. Speriamo che ora la vacanza cominci

SPLENDIDA KOH TAO

Siamo su una palafitta di legno che ammiriamo il mare sorseggiando latte di cocco nella baia turchese di TANOTE. Abbiamo noleggiato uno scooter honda 150 nuovo di zecca e ci siamo avventurati alla scoperta dell'isola, tanto spettacolare sulla costa quanto lussurreggiante al suo interno. Koh Tao è una piccola isola tondeggiante di 5km di diametro nel golfo del Siam, la parte est della Thailandia - quella cioè non toccata dallo Tsunami del 2004 - meno famosa delle sorelle Koh Samui e Koh Pha-Nghan.
Koh Tao è da sempre il paradiso dei sub grazie alla sua strepitosa barriera corallina a pochi metri dalla costa. O almeno strepitosa era 10 anni fa quando sono venuta qui con la mia amica Sandra e non credevamo ai nostri occhi: fondali di corallo dai colori sgargianti e migliaia di pesci di ogni specie e misura.
Oggi non è più così purtroppo: i coralli non sono più colorati e i pesci sono diminuiti di quantità. 'I coralli hanno una vita di circa 10 anni. Il 'global warming', l'aumento della temperatura del globo, ha causato l'innalzamento della temperatura delle acque che non ha giovato alla riproduzione dei coralli. - ci dice un'operatrice turistica - Per non parlare dell'inquinamento causato dalle barche a motore.'
Ciononostante fare snorkelling è ancora appagante e le acque cristalline sfumate di smetaldo o di turchese a seconda della luce del sole sono una spettacolo per gli occhi e refrigerio per il corpo. Abbiamo trascorso la mattinata a SHARK BAY, dove si nuota tra piccoli squali innocui e poi, attraverso una collina punteggiata da palme da cocco, abbiamo raggiunto CORAL BEACH, di fronte a SHARK ISLAND, dove branchi di pesci coloratissimi ci aspettavano in acqua. Abbiamo pranzato con i frutti esotici comprati lungo la strada da una contadina e nulla poteva esserci più gradito! La Thailandia offre una grande varietá di frutta squisita! Accanto a ananas, banane, mango, papaya, cocomero rosso e giallo, ci sono frutti dai nomi impronunciabili ma dal gusto delicato e succoso: vale la pena assaggiarli tutti e questo è quello che ci piace fare quando capitiamo in questo paese!

Ci siamo sistemati poco lontano dal porto, in una camera con accesso privato con balconcino su una piccola spiaggia tra MAE HAAD BEACH e SAIREE BEACH, al TOMMY RESORT. La camera è bella e pulita, ci cambiano lenzuala e asciugamani ogni giorno e spendiamo 800bath (20€).
Stamattina, appena alzata, ho steso il mio tappetino di yoga e ho ripetuto il saluto al sole per tre volte (sono proprio arrugginita!) poi mi sono tuffata in mare: ecco, forse ora si può parlare di 'vacanza'!