giovedì 28 febbraio 2013

LA MAISON BLEU E ALTRE COSE

Ci sono almeno due altri motivi - oltre al fatto di essere stata dichiarata Patrimonio dell' Umanità - che fanno di George Town una meta obbligatoria per il viaggiatore: la visita ad alcune delle case più belle del mondo e il cibo di strada più buono della Malaysia.

Il mio amore per il cinema ci ha fatto scegliere di visitare la CHEONG FATT TZE MANSION, dalle pareti tinte della più bella tonalità di blu, setting dell'indimenticabile 'INDOCHINE' che nel '93 è valso un oscar alla splendida Catherine Deneuve. Non siamo rimasti delusi nonostante poche delle 38 stanze siano visibili al pubblico. La visita guidata è stata così ricca di racconti e di dettagli che ci ha fatto rivivere la storia di Cheong Fatt Tze che, arrivato dalla Cina a 16 anni senza una lira, sarebbe stato destinato a diventare una delle personalità leggendarie di Penang. Definito 'l'ultimo dei Mandarini e il primo dei capitalisti', aveva saputo costruirsi un impero e aveva fatto della 'Maison Bleu' il luogo ideale dove crescere i suoi figli, permeandola con i caratteri raffinati della sua personalità.
A rendere la casa speciale è innanzitutto il suo cortile interno e le immense stanze adiacenti, salotti e giardino al tempo stesso, in uno stile eclettico che unisce i gusti dell'architettura orientale (con molto legno intarsiato) a quelli dell'Art Nouveau (il ferro delle balconate e delle scale, le vetrate tiffany delle finestre, parte dell'arredo), il tutto in un'atmosfera blu. Un incanto!

Il cibo di George Town è pure eclettico, grazie alla varietà delle tradizioni proposte, retaggio delle dominazioni del passato, delle immigrazioni del presente e della sua posizione cruciale tra Indocina e Indonesia.
Lo 'street food' si cucina per strada, su bancarelle ambulanti poste una accanto all'altra, offre ogni varietà di cibo asiatico e si mangia in tavoli comuni. Costa anche molto poco ma nonostante tutte queste belle cose non è nemmeno lontanamente paragonabile alla varietà e alle prelibatezze della cucina italiana! Sarà forse perché il riso ci esce dalle orecchie?





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