Ci alziamo che non sono ancora la sette ma abbiamo dormito per buone nove ore cullati dalle onde. Usciamo sulla verandina del bungalow: in giro non c'è ancora nessuno. Solo gli uccelli sono svegli e il loro cinguettio fa da contrappunto alle onde che ancora si infrangono rumorosamente contro la battigia. Restiamo in ascolto per lunghi minuti poi io sgombro il pavimento di legno della veranda, stendo il tappetino e inizio a fare yoga. Ho ripreso ormai da una decina di giorni e ho recuperato un po' dell'elasticità che avevo acquisito all'ashram SIVANANDA di Trivandrum (India), dove in dicembre abbiamo trascorso una settimana (vedi post relativo). Dopo diversi esercizi di riscaldamento, ripeto il saluto al sole per 10 volte, in modo sempre più dinamico. Quando ho finito corro in mare, qualche bracciata e poi filo sotto la doccia fredda (l'acqua calda è un vero lusso da queste parti, ma ci si abitua subito!). Adesso sono pronta per la colazione! Dobbiamo camminare dieci minuti lungo la spiaggia prima di raggiungere un resort con un bar più fornito del nostro. Ma lungo il percorso abbiamo modo di ammirare e di fotografare scorci strepitosi di quest'isola meravigliosa. Facciamo un giro anche al market, il più sfornito che abbia mai visto, e usciamo solo con una bottiglia d'acqua. Ci sediamo nel ristorante del parco nazionale ma ci rialziamo subito: ha finito le provviste, non ha nulla da darci da mangiare, solo uova senza pane. KRADAN è un'isola disabitata, parco nazionale appunto, e il cibo giunge via mare. La carne, il riso, il pane da tostare per la prima colazione, la frutta e la verdura arrivano da Trung (sulla terraferma) e da MUK. Ci dicono che la barca con le scorte alimentari arriva nel pomeriggio. Ci accontentiamo di un caffè! Torniamo sui nostri passi fino alla resort dove alloggiamo e ordiniamo toast e marmellata. Il burro non lo tengono, non hanno il frigo! Scopriamo che l'isola non ha elettricità e che ogni resort ha un generatore che accende solo la sera per poche ore.
Ma non importa, il mare è da favola! Con la maschera e il boccaglio acquistati a ko Tao ci godiamo il mare che già a riva è ricco di coralli e di pesci colorati. Arriviamo fino a dove il reef si getta nel 'grande blu' e i grossi coralli che delimitano la barriera somigliano a giganteschi cavolfiori di ceramica e a grappoli di frutta esotica. Wow, che sorprese riserva la natura! e quanti pesci colorati! piccolissimi come un mezzo mignolo, grandi come Nemo e anche lunghi come un avambraccio: alcuni nuotano da soli, ti fissano, ti puntano e anche ti pizzicano! altri si muovono prevalentemente in gruppo.
Alterniamo lo snorkelling al relax all'ombra di una palma.
Tutte le resort dell'isola, 4 o 5 in tutto, sono sulla spiaggia, solo una è all'interno, il Lost Paradise, il cui ristorante gode di buona reputazione. Il problema è arrivarci! Si può raggiungere passando dalla spiaggia, quando la marea è bassa (durante il giorno), oppure attraverso 10minuti di fittissima giungla. Scegliamo ques'ultima opzione per recarci a cena e, alle sei di sera, con la luce del giorno, il breve trekking si rivela strepitoso! Ma sulla via del ritorno, nel buio pesto della notte, l'esperienza è inquietante, nonostante sappiamo che non ci sono animali pericolosi, nemmeno scimmie. Solo Cobra! Infatti è proprio in un lungo e grosso serpente scuro che ci imbattiamo: sia io che Mauri siamo muniti di lampade frontali e bastoni per smuovere le foglie dello strettissimo sentiero e facciamo in tempo a vederlo fuggire via!
Stiamo trascorrendo questi giorni in compagnia di Silvana ed Evasio che, conosciuti a Koh Lanta, ci hanno seguito sia a Koh Muk che su questa isola. Sono entrambi esperti viaggiatori ed è bello scambiare esperienze e racconti di viaggio e di vita con loro.
Quello che ci rimarrà di questo lungo e ricco viaggio, saranno anche le persone che ci abbiamo conosciuto e la quantità e qualità delle relazioni che riusciremo a portarci a casa.
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