Goa non è una città o una regione: Goa è uno stato dell'India! I portoghesi lo conquistarono nel 1510 e obbligarono hindu e mussulmani a convertirsi al cattolicesimo, adottando anche un nome portoghese, di solito quello del prete di turno. Solo nel 1961 l'India liberata da Gandhi è riuscita a
cacciare i portoghesi e a rendere Goa uno dei suoi stati a governo autonomo.
Da allora Goa, grazie alle sue ricchezze sotto e sopra il suolo, è diventato uno stato prospero, crogiuolo di culture, religioni e tradizioni diverse ma accomunate dal medesimo sangue, in cui scorre la stessa passione per la musica e la danza, che è pur sempre una bella cosa!
In pratica, la gente di Goa ha fuso le diverse radici hindu, cattoliche e musulmane in uno unico stile di vita che vede per esempio la presenza di caste nella comunità cristiana, il festeggiamento del Natale e dell'ultimo dell'anno anche da parte degli induisti e dei musulmani, la presenza di candelabri nei templi, ecc.
Ieri, al nostro ritorno alla guest house, abbiamo trovato gente davanti all'abitazione di fronte che mangiava ceci cotti e beveva un intruglio aranciato. Sembrava una festa di pre/matrimonio (come si usa qui) invece la nostra signora, dopo aver studiato il mio ciondolo di Ganesha, ci ha spiegato che si trattava di un tempio dove stavano venerando Fatima!!!! In altre parole: anche i cattolici sentono il bisogno di avere più dei da venerare e fanno i puja (riti con offerte di fiori e di cibo) alla maniera hindu!
Per molti versi però non si ha l'impressione di essere un India. Questa vegetazione lussurreggiante è così lontana dal polveroso deserto del Thar o dal caos degli autorisciò di Jaipur... Persino i rifiuti sono invisibili... Le palme e i banani, le baracche con i tetti di paglia, le chiese bianche e solenni e le coloratissime case dei villaggi ricordano piuttosto i villaggi garifuna dell'Honduras o quelli messicani del Chapas.
Ma che bello girare su e giù per le colline con lo scooter e il vento nei capelli! Sì perché qui nessuno porta il casco e la velocità piuttosto ridotta lascia presuppore che non si corrano molti rischi. Speriamo perchè oltretutto non siamo assicurati! In realtà noi abbiamo un'assicurazione contratta prima di partire, che ci copre le spese mediche, ma non dobbiamo mettere sotto nessuno!
Abbiamo percorso in lungo e in largo il nord di Goa, soffermandoci sulle spiaggie più celebri: Calangute, Candolin, Vagator, Anjuna..fino a Donna Paula e Bognalo, la nostra preferita. Distese sabbiose a perdita d'occhio con tanti pensionati prevalentemente obesi di nazionalità inglesi e qualche russo. Il mare non è per niente invitante, l'Arabian Sea è profondo ma ha i colori dell'Adriatico emiliano! E anche i negozietti e i ristoranti uno accanto all'altro ricordano un po' il turismo di massa del nostro litorale... Nell'entroterra ancora molta acqua: risaie e fiumi che spesso si allargano fino ad essere navigabili o a formare laghi. Carina è la capitale Panaji, con casine basse e colorate anche se sempre fatiscenti. Ma è la natura rigogliosa la cosa più bella di Goa oltre, probabilmente, alla vita notturna. Gli inglesi la fanno da padroni tant'é che le strade sono piene di indicazioni e di cartelloni pubblicitari in inglese mentre le strade, così come le persone, portano nomi portoghesi.
Domani visiteremo Old Goa, altro sito Patrimonio dell'Umanità.