Siamo sulla bella terrazza del nostro hotel a leggere e scrivere mentre dai numerosi templi di Pushkar si diffondono i canti che richiamano alla preghiera. Al tramonto, così come all'alba, puntualmente ogni giorno tutte le città finora visitate sono pervase da dolci melodie o da preghiere corali ripetute all'altoparlante. Sono nenie rilassanti che fanno da sfondo ai nostri pensieri e ripensamenti sulla giornata trascorsa.
Oggi siamo tornati tra i cammelli e i cammellieri a rubare momenti della loro siesta e del loro pranzo. Tra di loro si muovono gipsy-bambini, cantanti, venditori di modesti souvenir e incantatori di serpenti, uniti dallo stesso proposito di racimolare un po' di soldi dai turisti. I bambini si avvicinano chiedendoti di scattar loro una foto per poi farsi pagare, i musicisti improvvisano canzoni davanti a noi e poi ti porgono il piattino. E' difficile rimanere insensibili alla loro miseria ma è altrettanto difficile poter accontentare tutti. Dare soldi ai bambini, che molto spesso hanno genitori che li spingono verso di noi, va contro l'etica del perfetto viaggiatore, ma non sempre si hanno caramelle in tasca! Spesso i bambini - ma anche gli adulti di queste cittadine abituate ai turisti/viaggiatori occidentali - sono davvero insistenti o non si accontentano di quello che gli dai, e questo non è molto piacevole soprattutto quando ti inducono a fare la parte che non vorresti mai fare, la voce grossa, la faccia cattiva, per liberarti della loro miseria..
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