Stamattina siamo andati a visitare il tempio dedicato a Brahama. Pur essendo parte della triade degli dei più importanti, il dio creatore non è molto celebrato e i templi a lui dedicati sono rari. Forse per questo al suo ingresso c'era una folta calca di pellegrini che diversi poliziotti dividevano in una fila per gli uomini e una per le donne. Con fiori rossi e gialli e piccoli confettini colorati in una mano, banconote da 5-10-100 rupie nell'altra, ogni persona spingeva nell'intento di arrivare davanti all'immagine confusa di Brahama per mettere i propri doni nelle mani dell'attento brahamino che prontamente separava i doni per il dio dal denaro per sé, guadagnandosì così di ché vivere.
Ma la maggioranza dei pellegrini fa visita alle acque sante del lago della città santa - dove sono state gettate anche le ceneri di Ghandi - e fa puja e abluzioni dall'alba fino al tramonto. Passare da un ghat all'altro sù e giù per i gradini che costeggiano il lago, separato dai rumori della città da una cortina di bellissimi fatiscenti palazzi bianchi e azzurri, riempie l'animo di pace. Ci si sta a lungo, volentieri, dimenticando persino di scattare foto alle scene surreali che si parano davanti ai nostri occhi (anche perché sarebbe proibito...).
Ci siamo ritornati anche stasera per una cerimonia speciale ma sempre atta a celebrare la santità del lago: piccole mongolfiere di luce sono state fatte salire in cielo mentre un brahamino benediva le acque con un candelabro di luci.
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