lunedì 31 dicembre 2012

LA SOCIETÀ UTOPICA DI AUROVILLE

Non posso ancora crederci: una società perfetta basata su valori etici altissimi e dove il denaro non circola, secondo il disegno voluto dai seguaci di Sri Aurobindo! AUROVILLE, la città dell'aurora, è stata fondata nel 1968 ed è qui, nel Tamil Nadu ma sembra uscita da un testo letterario del 1600.
Auroville è la più famosa delle utopie contemporanee e si propone di realizzare il sogno in cui uomini diversi per razza e costume possano vivere insieme, liberamente, senza competizione, riconoscendo come unica autorità la Verità suprema. L'Unesco ne ha immediatamente riconosciuto il valore sperimentale per il progresso dell'umanità.
Sebbene la città prenda le distanze dall'ashram di shri Aurobindo, sono le bellissime parole della mère che accolgono i visitatori al 'Visitors'Centre' e che descrivono il sogno che si sta per avverare: '... un luogo di pace, di concordia e di armonia dove gli istinti guerrieri dell'uomo saranno utilizzati solo per vincere le cause delle sue miserie e delle sue sofferenze, per superare le sue debolezze e le sue ignoranze, per trionfare sui suoi limiti e le sue incapacità.' Un luogo in cui la soddisfazione dei bisogni dello spirito prevarrà sull'appagamento dei bisogni materiali.

Auroville si estende su una ventina di kmq molto verdi che arrivano fino al mare, ha strade di terra rossa che si inseguono lungo una spirale che ha il suo culmine nel centrale MATRIMANDIR, un tempio tondo, avveniristico, con interno di moquette bianca con al centro una sfera di cristallo su cui i raggi di sole che filtrano dal soffitto disegnano ipnotici giochi di luce. Il tempio è luogo di meditazione collettiva ed è aperto anche ai visitatori che si fermano nella città almeno un giorno o che prenotano personalmente la visita per il giorno dopo.
La città si compone di 2000 persone proveniente da 40 nazionalità, la metà indiani e tanti tedeschi e francesi. Gli italiani sono 105: ne abbiamo incontrato uno e abbiamo trascorso un paio d'ore con lui. Ireno è di Lerici ed è molto felice di farci partecipi della sua esperienza. Vive a Auroville da 25 anni con la moglie, e suo figlio 19enne è nato e cresciuto qui anche se da qualche mese è in Olanda per studi antropologici. Ireno è il fotografo della comunità e lavora al materiale fotografico della città che con foto, calendari, cartoline e libri, insieme all'artigianato, viene venduto nei negozi con cui Auroville provvede in parte al proprio sostentamento.
Ad Auroville tutti lavorano per il bene della comunità e nessuno viene retribuito anzi, ad ognuno viene richiesto un contributo mensile di circa 50€ per i bisogni delle infrastrutture.
'Il lavoro non sarà il modo di guadagnarsi da vivere - dice ancora La Mère - ma un'opportunità per sviluppare le proprie capacità e possibilità. Il gruppo, da parte sua, si farà carico dei bisogni della sua esistenza'.
Chiunque voglia trasferirsi a vivere qui è il benvenuto poiché rappresenta una ricchezza per la comunità.

Ireno è contento di aver scelto di vivere ad Auroville, dove ha avuto l'opportunità di crescere e confrontarsi con persone simili a lui, e crede che suo figlio abbia avuto un'ottima scuola di vita per poter ora affrontare il mondo.






sabato 29 dicembre 2012

LA PODUCHERRI DI SRI AUROBINDO

Poducherri è mezza francese, le strade hanno nomi francesi e marciapiedi francesi, i turisti sono tutti francesi e negli hotel dai nomi francesi si parla il francese! Anche la donna più venerata della città era francese: è scomparsa ormai 40anni fa ma è onnipresente e continuano a chiamarla 'la mère', la mamma. Agli inizi del secolo scorso, Mirra Alfassa, la mère, era rimasta soggiogata dal fascino delle idee e della spiritualità del l'ex leader del movimento nazionalista indiano Sri Aurobindo, al punto da trasferirsi a Poducherri per lavorare con lui alla costruzione di un mondo migliore. Insieme hanno fondato un ashram che è oggi la forza più potente della città con scuole, cliniche, numerose guest house e mense che sfamano i poveri oltre che gli ospiti delle guest house di proprietá. Purtroppo in questi giorni di festa sono tutte full perciò non riusciamo a consumare i tre pasti indiani offerti agli ospiti per 20 rupie (0.30€!) ma, fortunatamente, abbiamo trovato una bellissima stanza all'hotel VILLE CREOLE nella zona più bella della città, in rue Labordonnaise.
Dormiamo in un letto a baldacchino altissimo, in legno massiccio e molto pulito e non ce ne andremmo mai più! Spendiamo solo 800 rupie! Il neo è che il bagno è all'esterno della camera ma questo tutto sommato è un disagio trascurabile.

Abbiamo visitato l'ashram di Sri Aurobindo e della mère, ora trasformato in mausoleo, dove in un giardino pieno di fiori le loro tombe costituiscono meta di un pellegrinaggio incessante. Abbiamo acquistato un paio di pubblicazioni contenenti alcune riflessioni di Aurobindo e della mère che, effettivamente, sono condivisibili e nient'affatto scontate. Questo bel giovane dagli occhi languidi le cui foto si vedono ovunque, dopo essere stato educato in Inghilterra è tornato nella sua India deciso, ancor prima di Gandhi, a lavorare per la sua indipendenza dagli inglesi: sognava un luogo dove gli uomini di buona volontà potessero vivere liberi in una terra di tutti, in unione fraterna e spirituale. E' stato a capo del movimento nazionalista dal 1906 al 1910 e ovviamente le sue idee non piacevano agli inglesi che gli hanno inflitto un anno di prigione e poi l'hanno costretto a rifugiarsi in territorio francese, a Pondicherri appunto, dove la sua visione del mondo ha contagiato molti. Tra tutti la mère che ha saputo dare un grosso contributo alla messa in pratica delle sue teorie, soprattutto quando Sri Aurobindo si è ritirato a vita spirituale dedicando gli ultimi 24 anni della sua vita al bene della comunità attraverso lo yoga integrale, la meditazione, che gli permetteva - detto con le mie parole - di mediare con il divino.
La mère fonda l'ashram sul finire degli anni '20. Ashram significa lavorare su di sè, approcciarsi al mondo in modo collettivo e spirituale e sentirsi parte del divino che permea l'universo.

Oggi Pondicherri, la 'ville blanche', che si estende lungo una costa bagnata da un mare cattivissimo, così come è piena di cultura e abitudini francesi grazie all'operosità dell' ALLIANCE FRANÇAISE, allo stesso modo vive ancora sotto l'aura di queste due personalità molto forti che, oltre all'attivissimo ashram cittadino, hanno determinato la nascita della città sperimentale di AUROVILLE, a 8 km da qui: un'autentica società utopica diventata realtà, che ricorda un po' la 'Città del sole' di Campanella, in cui vivono 2000 persone tra cui 105 italiani e a cui dedicherò il prossimo blog.





giovedì 27 dicembre 2012

TANJORE E LA GENTE DEL TAMIL

Tanjore, antica capitale di lustro tra le più popolate del mondo attorno al XV secolo, non ci è piaciuta. Anche se dello sfarzo del passato rimangono molte traccie nelle numerose ville trasandate, nelle rovine degli alti marciapiedi che costeggiano le strade e soprattutto nel grande tempio che l'Unesco, facendone proprio patrimonio, ha fatto ristrutturare, in questa città, più che in ogni altra, balza all'occhio il contrasto tra il luccichio dell'oro delle numerosissime moderne gioiellerie a due o tre piani e la fatiscenza, il sudiciume di tutto il resto.
Tanjore, nonostante i decrepiti marciapiedi, è una cittadina in cui andare a piedi è pericoloso a causa del traffico intenso creato da ogni tipo di mezzo. Ed è pure dannoso per la salute a causa della polvere e dello smog che si respira.

Il BRIHADISHVARA TEMPLE non ha retto il confronto con il tempio di Madurai e, nonostante l'indubbio pregio delle sue sculture e dei suoi altorilievi, non è riuscito a stupirci! Persino i pellegrini indiani monocromatici, dopo aver espletato le pratiche devozionali mattutine, hanno dimostrato più interesse per noi che per quello che gli stava intorno! Ancora una volta, questi indiani provenienti da luoghi fuori dalla rotta della maggior parte dei viaggiatori, sono attratti da noi, non ci tolgono gli occhi di dosso, ci fotografano di nascosto con i loro cellulari di prima generazione e vogliono essere fotografati da noi! Ecco il nostro reportage:




mercoledì 26 dicembre 2012

I COLORI DI MADURAI

Dopo una lunga notte in treno siamo arrivati a Madurai, seconda città per estensione del Tamil Nadu, un altro stato del continente indiano che ha Chennai (Madras) come capitale.
Siamo scesi dal treno alle 6 di mattina e, essendo la città grande e caotica, abbiamo deciso di rimanerci il tempp strettamente necessario per vedere il suo famoso e antico tempio ancora attivo: SRI MEENAKSHI TEMPLE.

Dopo aver depositato i bagagli alla clockroom della stazione aperta 24/24, ci siamo incamminati lungo stradine per nulla deserte ma con tutte le attività ancora sospese: negozi chiusi, bancarelle assenti. Solo qualche minuscolo barettino per bersi un chai (té con latte) e piccole bancarelle dove acquistare una collana di fiori da portare al tempio sull'altare di Shiva o di Ganesha o di qualche altro dio. L'alba, come il tramonto, è l'ora del puja.
Lunghe sfilate di uomini in nero o in giallo e di donne in rosso seguaci di un diverso swami (appellativo usato per il proprio guru) pronte a venerare allo stesso modo gli stessi dei. Sono giorni di festa anche per gli indù, questi del Natale, quando le scuole restano chiuse per almeno una settimana, e molti indiani ne approfittano per mettersi in viaggio verso qualche tempio lontano.

Il SRI MEENAKSHI TEMPLE ci appare all'improvviso, come svoltiamo lungo la via centrale: è riccamente scolpito con figure di divinità coloratissime, come non abbiamo mai visto un tempio e rimaniamo senza parole anche quando visitiamo il suo interno: vasti spazi pieni di colonne scolpite e soffitti affrescati. Ma ciò che arricchisce ulteriormente 'the picture' sono le macchie di colore dei pellegrini durante le cerimonie di puja!
Il tempio è enorme: una città nella città, con 11 torri (tutte colorate) di cui due di 60 metri d'altezza. Ogni sera verso le 21 la statua di Shiva viene portata in processione fino al santuario di Meenakshi (alias Parvati, sposa di Shiva) affinché i due possano dormire insieme: questo matrimonio quotidiano permetterebbe di rinvigorire ogni giorno l'energia dell'intero universo!

Alle 8.30 abbiamo terminato la visita al tempio ed entriamo nel PUDU MANDAPAN, uno stupendo tempio sconsacrato del X secolo che tra i suoi superbi pilastri ospita decine di sarti uno accanto all'altro con la loro macchina da cucire a pedali aperta..

Con difficoltà troviamo un locale dove poterci sedere per una colazione indiana - molti ristoranti, come i negozi, aprono alle 10.00 - ma la fatica è stata subito ricompensata da un'eccellente MASALA DOUSAI: un foglio di pane arrotolato con dentro un umido di patate e fuori, in appositi contenitori di metallo, varie salsine di verdura. Anche in Tamil Nadu si mangia soprattutto vegetariano e vegano e noi, se da un lato ci siamo abituati volentieri a non mangiare la carne, dall'altro fatichiamo a rinunciare alle uova che spesso, in forma diversa, ci gustiamo a colazione. I dolci locali non ci fanno impazzire, sembrano a base di zucchero puro, mentre le torte e i biscotti fatti in casa, nelle rare pasticcerie retaggio del colonialismo, possono essere molto buoni e costituire un'occasionale variante per nostra dieta indiana che, in due mesi, ci avrà fatto perdere tre o quattro chili!






martedì 25 dicembre 2012

I MIRACOLI DELL' AYURVEDA

In India, e forse nel Kerala in particolare, molti occidentali vengono a trascorrere i mesi invernali per curarsi con l'antica medicina alternativa indiana: l'ayurveda.  Il cibo indiano di per sè fa bene e si può dire ayurvedico quando è vegetariano, non utilizza troppe spezie e non impiega aglio e cipolla, contribuendo così ad equilibrare il corpo e a regolare l'intestino.
Il fidanzato tedesco di Lisa, per esempio, dopo essersi curato in Europa i postumi di un grave incidente stradale, trascorre tre mesi all'anno qui a Varkala dove ha tratto enormi benefici curandosi con una medicina più naturale e meno invasiva.
Prima, passeggiando sui cliff, abbiamo scambiato due parole con Franco, un italiano che vive qui sei mesi all'anno e che è stato forse miracolato dall'ayurveda visto che soffriva di una malattia che gli aveva fatto perdere tutti i peli del corpo: dopo 45 giorni di cura a base di massaggi con oli particolari li ha visti rispuntare. 'All'inizio erano bianchi e sottili poi sono diventati neri e più grossi.' Poi però ha aggiunto: 'Chissà se è stata davvero la cura: forse è stato il cambiamento climatico o forse mi sarebbero ricresciuti ugualmente.' Quel che è certi è che ora Franco ha i capelli lunghi fino alle spalle!

L'Ayurveda (in sanscrito significa conoscenza della vita) si occupa del benessere fisico, psichico e spirituale dell'uomo. Cura e previene servendosi di minerali, metalli purificati, acidi fulvici e erbe.
Secondo l'ayurveda il nostro corpo è pervaso da tre dosha (energie vitali) e il suo benessere è determinato dal loro stato di equilibrio. La medicina ayurvedica cura o previene le malattie lavorando sul bilanciamento dei tre dosha servendosi di massaggi, posture yoga, riflessologia plantare, purificazioni dell'intestino con l'uso di oli, polveri, pasticche, succhi,...
Anche all'interno dell'ashram Sivananda - dove l'ottimo cibo è rigorosamente ayurvedico - è possibile sottoporsi a trattamenti di cura di patologie, di prevenzione malattie o a pratiche di purificazione che a suon di purghe, clisteri e diete speciali promettono anche il ringiovanimento!




lunedì 24 dicembre 2012

TURISTICA VARKALA

Eccoci ritornati alla normalità! Ci troviamo a Varkala, on the beach, il posto probabilmente più turistico del Kerala, con ogni ben di dio, come si suol dire! Abbiamo trovato un'ottima guesthouse, CORAL COVE, a 2 minuti dal mare sulle NORTH CLIFFS, che ci offre una bella camera nuova con uso cucina (bella pulita) con frigo e un bel giardino attrezzato per sole 600 rupie (9€). Volevamo trattarci benissimo, essendo Natale, ma non siamo riusciti a spendere di più! Infatti - fortunatamente per i commercianti locali che vengono da ogni parte dell'India per lavorare qui - i turisti sono finalmente arrivati, almeno qui, e occupano gli hotel più belli sul lungo mare. Sì perché se uno viene in vacanza qui per 15 giorni può davvero fare vita da Maharajà e tornare a casa con ancora dei soldi in tasca!

Stamattina ci siamo svegliati presto e alle 7 eravamo già in spiaggia a fare yoga! Abbiamo fatto un po' di esercizi di respirazione e di stretching poi abbiamo ripetuto il saluto al sole per una decina di volte. Purtroppo la sabbia ci ha procurato un po' di fastidio quindi abbiamo terminato prima del previsto con un bel bagno in mare! L'acqua era già bella caldina ed il bagno è stato gradevole nonostante le onde siano così potenti da costituire un vero pericolo! Mi hanno ricordato quelle dell'Oceano Pacifico in cui è vietato entrare in acqua oltre il ginocchio perché si rischia di morire! Quando mi ci trovavo io, a Zipolite in Messico, sono morti due italiani!
A Varkala abbiamo incontrato per caso Lisa, una ragazza bresciana conosciuta al Sivananda e oggi abbiamo pranzato insieme. Ci ha dato qualche dritta per la visita del TAMIL NADU, lo stato accanto al Kerala che visiteremo prima di lasciare l'India. Domani infatti trascorreremo un Natale insolito: alle 7 di sera saliremo sul treno per il sud del Tamil e ci sveglieremo all'alba a MADURAI. Festeggeremo tra templi stupendi l'onomastico del mio caro papà!







domenica 23 dicembre 2012

UN ASHRAM TIRA L'ALTRO: 'AMMA', MATA AMRITANANDAMAYIMATH'

La nostra esperienza di ricerca spirituale continua! Eravamo in procinto di partire per VARKALA BEACH quando l'incontro con Domenico Cincilipini, 87enne italoamericano ospite dell'ashram, ci ha fatto cambiare idea.
Ci aveva già parlato di AMMA un altro distinto signore indiano incontrato in treno, dirigente ministeriale, il quale ci aveva consigliato di beneficiare di un abbraccio della santa madre visto che eravamo così vicini al suo ashram. Tale signore, grazie al suo ottimo inglese e alla sua disponibilità, mi aveva già prima ispirato una domanda a proposito degli eventi di cui sto leggendo in 'Autobiography of a Yogi' (materializzazioni, visualizzazioni, veggenze,...), gli ho cioè chiesto se tali episodi nella vita di un guru vanno presi alla lettera, se possono succedere realmente oppure hanno un significato simbolico. Il signore in questione così mi ha risposto: 'Ho letto quel libro e non ci sono dubbi: ogni parola scritta in esso è vera.'
Tornando all'italoamericano (scienziato del team che ha lavorato alla prima spedizione sulla luna, quella dell'Apollo 13!!!!) ebbene anche lui ci ha spinto tra le braccia di Amma! 'Se il caso ci ha fatti incontrare è forse proprio perché dovete andare da Amma!' e inevitabilmente queste parole ci hanno convinto a modificare il nostro, peraltro elastico, itinerario di viaggio.

L'ashram di Amma (il cui vero nome è Mata Amritanandamayi Math) si trova ad Amritapuri, non lontano da Varkala, ma ci sono volute 5 ore di bus dal Sivananda (per un totale di circa un centinaio di km) di cui l'ultima mezzoretta lungo il mare attraverso incantevoli villaggi di pescatori.
Amma si definisce una ricercatrice spirituale che consiglia la moderazione, 'la via di mezzo', l'equilibrio, l'autodisciplina e scoraggia le privazioni e le penitenze. La santa madre, quando è nell'ashram (perché è spesso in tour, tra l'altro era a Milano in novembre) sta seduta su un palcoscenico e dà il darshan (il suo energico abbraccio) tutti i mercoledi, giovedì, sabato e domenica, dalle 11 anche fino a mezzanotte senza alzarsi dalla sedia, né per mangiare né per andare in bagno. I suoi abbracci sono ripresi da una videocamera e proiettati su grandi schermi di fronte ad una platea di pellegrini che hanno già ricevuto o sono in attesa di ricevere il darshan (si prende un numero poi si aspetta il proprio turno).
L'ashram è pieno di edifici per accogliere e far star bene i pellegrini e, pur non essendo curato come il Sivananda, per 250 rupie a testa offre l'opportunità di soggiornare in appartamento e mangiare indiano 3 volte al giorno, mentre a pagamento si può mangiare occidentale e bere ottimi succhi e frappé e persino un buon espresso!
Noi abbiamo avuto un appartamento nuovo di zecca, con pavimento con piastrelle bianche e lucide e due materassini di gomma sopra, su cui abbiamo posato il nostro tappetino da yoga e il sacco a pelo. Poi siamo usciti per la cena (hamburger e patatine fritte! Il riso ci esce dalle orecchie!) e per abbracciare Amma.
Mauri aveva una strana agitazione al petto e gli batteva forte il cuore mentre io mi sentivo molto normale e a mio agio sul palco, distratta dalla gestione in due file dei pellegrini, con uomini preposti a spingerci gentilmente e a farci inginocchiare davanti ad Amma - che sta seduta su una sedia - al fine di ottimizzare il darsham e di non perdere nemmeno un secondo del tempo prezioso della santa!
Quando sono stata abbracciata da Amma ero ancora distratta - e questa volta dalle sue incomprensibili parole - e forse per questo non ho potuto percepire nessuna energia particolare ma mi sono sentita meglio quando una ragazza toscana, Elena, che sta qui dalla santa per due mesi e spera di seguirla anche in tour, mi ha aiutato a decifrare le parole di Amma ('mia cara figlia', parole che dice a tutti) e mi ha detto che tante persone realizzano la portata dell'accaduto solo in un secondo momento!






giovedì 20 dicembre 2012

HARI KRISHNA HARI HARI

La giornata trascorre veloce all'asram con tutte le attivitá che si svolgono a ritmo serrato. Le lezioni teoriche sono spesso interessanti ma è anche bello trascorrere un paio di ore a chiacchierare con i nuovi amici e a bere squisiti frullati di frutta fresca all' HEALTHY HAT, il barettino wow dell'Ashram.
Molte delle attivitá si svolgono in silenzio: si sta mezz'ora in silenzio prima dei canti, si mangia in silenzio e si fanno passeggiate silenziose fino al lago. Com'è stato bello vedere l'alba sul lago il nostro primo giorno nell'ashram! La natura lussureggiante circonda tanti piccoli laghetti, nati dalla confluenza di quattro fiumi strozzati da una diga, e il posto si chiama infatti NEYYAR DAM (dam=diga). L'ashram è posto sul lato di un lago, di fronte al LION SAFARI PARK dove elefanti e leoni sono tenuti in cattività. Passeggiare fuori dall'ashram significa godere della natura e della vita del piccolo villaggio disseminato lungo i laghetti: scambiare due chiacchiere con i bambini, ricambiare i sorrisi delle donne, bere un chai al piccolo bar sul lago. Abbiamo avuto anche la fortuna di vedere fare la gomma che, dopo essere stata raccolta dagli alberi della gomma, viene diluita con un po' di acqua e di acido e poi riposta dentro teglie da lasagne dove nel giro di una giornata si indurisce e può infine essere 'stirata' con delle macchine tipo le nostre per tirare la pasta-fatta-in-casa ma giganti. Le pezze di gomma così ottenute vengono essicate e poi vendute per fare pneumatici per le ruote.

All'ashram si paga pochissimo, 500rupie (8€) per un letto in camerata (poco più per dormire in doppia), due pasti al giorno (il cibo è indiano di qualità eccellente), té, tisane, dolci e frutta più 5 ore al giorno di yoga impartite da insegnanti molto competenti, davvero bravissimi. Tutto sommato le 3 ore di canti di devozione a tutti gli dei e i santi del mondo (tra cui anche Gesù Cristo - perché 'i nomi sono tanti ma Dio è uno solo') si farebbero anche volentieri se non togliessero delle ore al sonno. Infatti è difficile addormentarsi prima delle 11 e la mattina la prima sveglia è alle 5.10.
Il risultato è che i primi giorni ti ci diverti poi, se nel frattempo non ricevi l'illuminazione, dopo il quarto o quinto giorno quando l'allenamento si fa sentire, inizi ad inventarti qualche scusa per poter saltare il chanting della mattina o quello della sera. Comunque l'atmosfera è bella e rilassata: tutti sono felici di essere qui. La maggior parte delle persone sono qui da sole, molte bellissime ragazze alte e bionde, giovanissime, americane, inglesi, tedesche, si fanno l'India da sole. Ci sono anche delle italiane sole ma meno giovani (sui trenta e passa) e meno bionde! Tanti sono alla loro prima esperienza con lo yoga ma il gruppo dei beginners è adatto anche a coloro che lo praticano da anni, pur esistendo un corso per intermedi. In entrambi i livelli si praticano con estrema accuratezza le 12 asana di base e le varie tecniche di respirazione e di rilassamento.
A volte, mentre facciamo yoga o osserviamo la mezz'ora di silenzio nel grande tempio dedicato a Shiva, risuonano potenti ed inquietanti boati di bestie che credevo provenissero da qualche stalla vicina, poi ho scoperto che sono i ruggiti dei leoni del safari park.







domenica 16 dicembre 2012

SIVANANDA ASHRAM YOGA

Questo ashram è stato fondato da Vishnu Devananda il guru che nei primi anni '80 ha sorvolato Berlino e dall' aereo ha gettato rose sul muro, in segno di pace. Siamo venuti qui con molta curiosità e per la buona fama di cui gode la sua scuola di sivananda yoga. Abbiamo intenzione di fermarci una settimana.
Well... Indescrivibile a parole. Uno di quei posti fuori dal mondo che può essere uguale anche in America. Uno di quei posti che vivi bene anche se non sai che esiste ma nel momento che lo conosci ti si apre un mondo. Sì perché c'è molta gente che trascorre in posti così dei periodi dell'anno, anche mesi, anche di studio. Corsi di yoga, TTC (per insegnanti di yoga), di medicina ayurvedica, trattamenti ayurvedici, juice fasting (una sorta di trattamento depurativo/dimagrante). C'é gente che li frequenta da anni nelle pause di lavoro, che viaggia da un continente all'altro solo per entrare in un ashram. C'è chi è stato qui 2 o 3 volte e che non ha mai visto quello che c'è fuori da qui.

Siamo arrivati sul finire del pomeriggio dopo un tragitto di 5 ore con il treno e due pullman, attraverso un paesaggio quasi prettamente di palme, banani e risaie. L'ultimo tratto in salita lungo una stradina asfaltata in mezzo alla giungla l'abbiamo fatto in autorisciò. Scendiamo davanti ad un grandioso ingresso di legno in stile pagoda e saliamo dei gradini che ci introducono all'intermo di un magnifico giardino tropicale curatissimo con aiuole di palme e magnolie contornate da siepi appena potate. Alla Reception c'è la coda per il check in: gente da tutto il mondo ma soprattutto tanto inglesi di Londra. Non c'è stato bisogno di prenotare perché un posto nel dormitorio si trova sempre. Io e Mauri ci dividiamo, lui con i maschi io con le femmine. Dentro ci sono anche camere doppie, belle e meno belle ma 4 settimane fa quando ho chiamato erano tutte piene. Il dormitorio è decoroso, anche abbastanza pulito, pieno di gente di tutte le età. C'è una signora svedese che vive in Canada che avrà almeno 65 anni e ci sono ventenni che, come noi, hanno fatto dell'ashram una tappa del loro lungo viaggio. Tanti sono insegnanti di yoga che magari hanno fatto il corso per abilitarsi qui anni fa, tanti sono alla loro seconda, terza visita. Si dice che anche Tiziano Terzani sia stato qui.
Al Sivananda si viene soprattutto per fare yoga poi, giá che ci si è, si fanno massaggi o trattamenti vari. Per potersi fermare in questo ashram occorre impegnarsi a frequentare tutte le attività giornaliere proposte dall'ashram:
- ore 5.30 sveglia
- ore 6 - 7.30 satsang: canti, mantra, hari chrishna hari hari, ecc
- ore 7.30 tea time
- ore 8 - 10 yoga
- ore 10. 20 brunch
- ore 11 - 12 carma yoga: si lavora per la comunità
- ore 12.30 - 13.30 yoga individuale con maestro a disposizione per aiuti
- ore 13.30 tisana con frutta
- ore 14 - 15.30 lezione teorica (facoltativa?)
- ore 15.30 - 17.30 yoga
- ore 18 cena
- ore 20 - 21.30 canti e mantra
- ore 22 si spengono le luci

Ci sembra di essere su un set cinematografico dove ognuno ha una parte assegnata e si muove al ritmo prefissato, in modo corale ma al contempo, grazie al carma yoga, al servizio degli altri. C'é chi prepara i tappetini con libri e percussioni per il canto, chi serve i pasti, chi il té, chi fa i turni in biblioteca, chi nel negozio, chi trasporta la legna per le cucine, chi fa le pulizie. Io ho dato la mia disponibilità per queste ultime perché il turno di lavoro, dalle 11 alle 12, è quello che preferisco e perché credo di poter dare un buon apporto alla pulizia del dormitorio.
L'esperienza appare interessantissima, le lezioni di yoga sono condotte in modo ineccepibile (un insegnante dirige e altri due insegnanti correggono le posture) e sono tanto gustose quanto tediosi sono i canti e le preghiere, anche se sia io che Mauri cerchiamo di divertirci partecipando attivamente al cerimoniale, cantando in sanscrito (si legge come si scrive) e suonando i cimbali e i tamburelli!
Hari hari chrishna hari hari! (to be continued)











sabato 15 dicembre 2012

LA DOLCE VITA DI FORT COCHI

Se non fosse stato per quel po' di ansia indotta dalla 'pazza delle Backwater' la giornata trascorsa a Fort Cochi sarebbe stata perfetta! La cittadina è veramente carina ed ospita locali dove bere e mangiare veramente degni di nota. La cosa migliore per assaporare a fondo l'atmosfera della città è trovarsi un hotel qui, e ce ne sono tanti, e poi trascorrere le giornate tra un negozio e un caffé, visto che a Cochi non c'è molto da visitare, non c'è nemmeno il forte! Siamo entrati in una vecchia chiesa anglicana con uno spettacolare ventaglio che una volta veniva azionato tirando una corda dall'esterno della chiesa; abbiamo assistito alla pesca tramite le enormi e pittoresche 'reti cinesi'; siamo stati al lavatoio pubblico dove ancora tutto si lava a mano, anche la biancheria degli hotel; e abbiamo visto seccare e purificare il ginger al bazar delle spezie. Ma la cosa che più ci è piaciuta è stata trascorrere del tempo negli artistici locali della città concedendoci grosse fette di pane nero imburrate con deliziose omlette al formaggio e favolosi piatti di frutta fresca accompagnati da succosi e nutrienti succhi di puro ananas. Ma anche i caffé e le tisane non sono stati male e il tutto tra opere d'arte pittoriche, scultoriche e installazioni di giovani artisti. Peccato che il pensiero delle cimici e delle cicatrici vita natural durante tornava spesso a farmi visita anche perché di pizzicate lungo braccia e gambe ne ho contate una trentina. Devo ammettere che anche nei giorni precedenti non ero poi così tranquilla di fronte a tutte quelle pizzicate di zanzara (conseguite secondo me nell'arco di una serata al ristorante italiano sul mare di Patnem), anche perché quest'anno i casi di malaria a Goa sono aumentati quindi, per seguire il consiglio della pazza, verso sera, prima di tornare in hotel, siamo passati dall'ospedale di Ernakulam dove Europe Assistance mi aveva prenotato un appuntamento con un dermatologo. Non avrei mai pensato di trovare tanta efficienza, disponibilità (anche perché nessuno era al corrente del mio arrivo) e competenza in un ospedale enorme e accogliente come i nostri. Il medico che mi ha visitato non ha avuto dubbi: bedbugs! Adesso mi sto curando e incrocio le dita per non avere le cicatrici. Inoltre domani cambiamo ancora letto e le cimici dovrebbero abbandonarmi del tutto: domenica 16 dicembre inizierà la nostra settimana di ritiro spirituale presso il SIVANANDA ASHRAM YOGA di Newyy Dam, Trivandrum, Kerala.

venerdì 14 dicembre 2012

BACKWATERS

Che intensi aromi ci sono in Kerala! La corteccia masticabile della cannella, le foglie di lime, di basilico, di origano, i grappoli di pepe, le radici di zenzero, le noci moscate si propagano lungo le sponde dei tanti canali artificiali che intersecano l'estuario dei diversi fiumi che sfociano nell'Arabian Sea: le cosiddette BACKWATERS.
Scivoliamo lungo queste acque calme sopra imbarcazioni spinte con una lunga canna di bambù, per l'intera giornata, in silenzio.
Ogni tanto ci fermiamo per un breve giro sulla terraferma. Ci muoviamo tra palme e banani alla ricerca di qualche pianta, frutto o foglia da annusare. La nostra guida ci conduce anche dove, dal guscio fibroso della noce di cocco, le donne che vivono sul fiume, filandolo, ricavano la corda di cocco. Lo zerbino della mia casa di Reggio Emilia è fatto proprio di corda di cocco!
Poi ci fermiamo dove fanno il cemento con le conchiglie e mi sembra di essere a Coral Beach in Australia per la montagna di gusci madreperlati su cui posiamo i nostri piedi!
Facciamo amicizia con un giovane di Melbourne in pausa universitaria e un ragazzo londinese e, durante in pranzo, ci uniamo a due signore italiane belle ed eleganti nelle loro lunghe casacche bianche, insegnanti di psicologia all'Università di Bologna. C'è anche un'altra mezza italiana che vive in Svizzera nel gruppo delle 'psicologhe' - pazza secondo loro - che ci parla del suo amore per l'India dove ha trascorso 6 anni con il marito indiano, e di quanto ha nostalgia della spiritualità di questo paese. Spiritualità profusa in ogni atto quotidiano e che ritrova anche nella foglia di banano su cui ci servono il riso, che mangia avidamente servendosi con il pugno semichiuso della mano, sporcandosi tutto il viso. E' pazza é pazza, gesticolano le psicologhe battendosi l'indice contro la tempia mentre la signora mezza italiana mezza rumena ci parla delle sue visioni e della sua capacità di sentire e vedere il futuro, anche quello degli altri.
Se inizialmente sono stata un po' attratta da questa inquietante personalità (che mi ricorda Paramhansa Yogananda, lo yogi di cui sto leggendo l'autobiografia) quelle parole mi hanno messo paura. Non esito a dirglielo e a salutarla ma purtroppo le lascio il tempo di dirmi di avere cura di me perché quelle che ho sulle gambe non sono pizzicate di zanzare bensì di bedbugs, cimici da letto, che mi lasceranno cicatrici per sempre.