Che intensi aromi ci sono in Kerala! La corteccia masticabile della cannella, le foglie di lime, di basilico, di origano, i grappoli di pepe, le radici di zenzero, le noci moscate si propagano lungo le sponde dei tanti canali artificiali che intersecano l'estuario dei diversi fiumi che sfociano nell'Arabian Sea: le cosiddette BACKWATERS.
Scivoliamo lungo queste acque calme sopra imbarcazioni spinte con una lunga canna di bambù, per l'intera giornata, in silenzio.
Ogni tanto ci fermiamo per un breve giro sulla terraferma. Ci muoviamo tra palme e banani alla ricerca di qualche pianta, frutto o foglia da annusare. La nostra guida ci conduce anche dove, dal guscio fibroso della noce di cocco, le donne che vivono sul fiume, filandolo, ricavano la corda di cocco. Lo zerbino della mia casa di Reggio Emilia è fatto proprio di corda di cocco!
Poi ci fermiamo dove fanno il cemento con le conchiglie e mi sembra di essere a Coral Beach in Australia per la montagna di gusci madreperlati su cui posiamo i nostri piedi!
Facciamo amicizia con un giovane di Melbourne in pausa universitaria e un ragazzo londinese e, durante in pranzo, ci uniamo a due signore italiane belle ed eleganti nelle loro lunghe casacche bianche, insegnanti di psicologia all'Università di Bologna. C'è anche un'altra mezza italiana che vive in Svizzera nel gruppo delle 'psicologhe' - pazza secondo loro - che ci parla del suo amore per l'India dove ha trascorso 6 anni con il marito indiano, e di quanto ha nostalgia della spiritualità di questo paese. Spiritualità profusa in ogni atto quotidiano e che ritrova anche nella foglia di banano su cui ci servono il riso, che mangia avidamente servendosi con il pugno semichiuso della mano, sporcandosi tutto il viso. E' pazza é pazza, gesticolano le psicologhe battendosi l'indice contro la tempia mentre la signora mezza italiana mezza rumena ci parla delle sue visioni e della sua capacità di sentire e vedere il futuro, anche quello degli altri.
Se inizialmente sono stata un po' attratta da questa inquietante personalità (che mi ricorda Paramhansa Yogananda, lo yogi di cui sto leggendo l'autobiografia) quelle parole mi hanno messo paura. Non esito a dirglielo e a salutarla ma purtroppo le lascio il tempo di dirmi di avere cura di me perché quelle che ho sulle gambe non sono pizzicate di zanzare bensì di bedbugs, cimici da letto, che mi lasceranno cicatrici per sempre.
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