Ci fermiamo a Canberra, la capitale politica dell'Australia, deviando di una cinquantina di chilometri dalla Hume Highway verso Melbourne. Saliamo sulla BLACK MOUNTAIN per una rapida visita della città dall'alto: quasi non si vedono case ma molto verde, una fitta boscaglia sulle sponde del fiume che, sinuoso, attraversa la città. Lontano, su tutto, troneggia un palazzo bianco: the Parlament House. Procediamo in quella direzione anche con l'ausilio del navigatore regalatoci dallo zio di Mauri e passeggiamo sul prato verde dall'erba curatissima che costituisce parte del tetto del palazzo. Si tratta infatti di un'edificio architettonicamente molto interessante in quanto è stato ricavato scavando una collina e proprio quella collina vuole ricordare. Nell'interno, come all'esterno, prevalgono le geometrie di diversi marmi pregiati - provenienti prevalentemente dalla zona di Carrara - a simbolizzare alberi e animali della foresta australiana.
Si può parcheggiare gratuitamente sotto il Parlamento e, una volta entrati, salire fin sui prati del tetto e godere della vista sulla città. Sul piazzale davanti al palazzo, un mosaico formato da 90.000 tessere in arte aborigena rappresenta il tema dell'incontro: il 'Sogno dell'Opossum e del Wallaby.
Paradossalmente, poco distante, davanti al vecchio parlamento, si trova un braciere con un fuoco che non si spegne mai, acceso nel 1972, a ricordare che quell'incontro non è ancora avvenuto! Si tratta della tenda dell'ambasciata aborigena. Ci avviciniamo e facciamo foto invitati dai messaggi scritti sulle ali di un volatile di ferro, quando ci raggiunge un vero aborigeno. Sembrerà strano ma è il primo A(thentic) B(orn) ORIGINAL - originale autentico nativo da cui deriva il nome di 'aborigeno' - che incontriamo dopo un mese in Australia. Si chiama Kumbo ed è il portavoce della sua comunità. Kumbo sogna di entrare in Parlamento un giorno e di poter dare speranza ai diritti territoriali della sua comunità. Non è lontano il tempo in cui i figli degli aborigeni venivano strappati ai genitori (che non li avrebbero visti mai più) per venire allevati come bianchi e ancora oggi la loro integrazione è distante anni luce. Kumbo ricorda lo stile di vita della sua gente, i riti di iniziazione degli uomini sulla Black Mountain e protesta contro il modo in cui la sua terra è stata sfruttata. Poi, prima di lasciarci, ci invita a fare foto con lui e a diffondere le sue idee.
Continuiamo lungo la strada per Melbourne, tra spazi infiniti e vuoti. Protagonisti incontrastati di queste strade sono i camion giganteschi dal muso canino, che raggiungono i 35/40 metri di lunghezza e si danno appuntamento nelle aree di sosta, unici insediamenti umani delle Highway.
Arriviamo a Melbourne in tempo per goderci la serata del venerdì sera nel quartiere trendy e folle di FITZROY, lungo BRUNSWICK STREET, dove tra edifici bizzarri con bar e ristoranti di tendenza si raggirano tipi conciati nei modi più impensabili: pare di essere tra la fauna stravagante e irreverent e della Londra dei primi anni 80! Che meraviglia! Che senso di libertà!
Contenti della serata e soddisfatti della giornata, ci avviamo verso il nostro camper parcheggiato poco distante in una zona comoda e tranquilla del centro città. Prima di addormentarci guardiamo il cielo pieno di stelle, individuiamo la via lattea, molto intensa e visibile e Sirio che di solito è basso all'orizzonte ed è sotto la costellazione di Orione mentre qui è quasi allo zenit. Non troviamo i carri dell'Orsa maggiore e dell'Orsa minore, qui c'è la Croce del Sud: realizziamo che siamo sotto l'altra metà del cielo!
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