mercoledì 24 aprile 2013

ULURU (AYERS ROCK)

Arriviamo ad ULURU nel primo pomeriggio ma ci sentiamo sotto il suo benefico influsso fin da 200km prima, quando lo avvistiamo laggiù, in fondo alla pianura di bush e terra rossa, solitario e maestoso, indiscutibilmente sacro anche ai nostro occhi non-indigeni.
Uluru è per noi una montagna anomala quanto stupenda, che cambia colore con la luce del sole ma per gli aborigeni é molto di più: è il loro sito più sacro. È qui che gli Antenati - il popolo dei MALA - hanno vissuto durante il Dreamtime, l'epoca del Sogno, in cui tutto ha avuto origine: uomini, piante e animali. Ogni cavità e ogni roccia di Uluru è legata alla vita degli Antenati, e gli ANANGU (così gli aborigeni chiamano loro stessi) hanno vissuto qui seguendo i loro insegnamenti e ripetendo le loro azioni e i loro percorsi.

Ad ULURU è possibile intraprendere essenzialmente due sentieri di cui il più straordinario è, senza dubbio, salire sulla cima della montagna sacra - sebbene si venga invitati a non farlo per motivi di sicurezza e di rispetto - e percorrere il cammino seguito dagli Antenati al loro arrivo a Uluru. L'altro percorso possibile è attorno alla montagna dove diversi sentieri permettono di acquisire conoscenza della mitologia del luogo. Il primo walk da noi prescelto è stato la scalata alla montagna (2h) soprattutto per assecondare la smania di adrenalina che ha posseduto Mauri, essendo io ben conscia che, a causa delle mie vertigini, non ce la farò mai ad arrivare in cima. Infatti, giunta alla prima vetta e guardando il sentiero che segue a picco sul nulla, mi arrendo e piano piano torno sui miei passi. Mauri risale tutta la montagna e quando rientra è raggiante di soddisfazione. Nel frattempo io ho scelto di seguire il MALA WALK (2km/1,30h a/r) fino alla bellissima KANTJU GORGE, dove una parete della montagna cade in verticale dentro una pozza d'acqua che serviva ai Mala per dissetarsi. Incontro la MEN'S CAVE dove gli uomini facevano i fuochi e si preparavano per le cerimonie, poi altre grotte dove si cucinava e si mangiava. Poi giungo alla MALA PUTA, una zona 'sensibile', avvertono i cartelli, in cui non si possono fare fotografie: vi vivevano le donne ed è piena di simboli, come un testo sacro, e dove ogni particolare ha un significato prezioso.

Siamo dentro un parco nazionale PATRIMONIO UNESCO il cui ingresso costa 25A$ a persona e comprende oltre Uluru la VALLEY OF THE WINDS, la Valle dei Venti, dominata dalle KATA TJUTA (THE OLGAS) le 'molte teste': un gruppo di alti promontori rocciosi con le cime tondeggianti che si ergono nella pianura poco distanti da Uluru, altrettanto maestose. Anche nelle Kata Tjuta è preservata la cultura Tjukurpa degli Antenati e certe zone sono accessibili solo con permessi speciali.
Decidiamo di effettuare un trekking di 7.4km in 3 ore, il VALLEY OF THE WINDS WALK. Si tratta di un sentiero ben strutturato che si insinua lungo una gola poi disegna un cerchio tra le montagne, a tratti è ripido ma non difficile, nonostante il sole si sia fatto un po' troppo caldo, ultimamente.
Non paghi, sebbene stanchi, facciamo un secondo sentiero molto più breve, solo 20minuti, per vedere le WALPA GORGE.
Come ad Uluru, i colori delle Kata Tjuta sono caldi ed avvolgenti e si stagliano contro il cielo blu creando un contrasto assai fotogenico. E c'è un gran via vai di gente: tantissimi visitatori come noi, ma anche tanti studenti in gita scolastica. Incontriamo molti francesi e anche qualche coppia di italiani, c'è chi è in viaggio di nozze e chi ora vive a Sydney ed è qui in vacanza. Ma l'incontro più interessante è stato con André, un 27enne parigino che si sposta lungo la Stuart Highway in bicicletta: per fare 3000 km da Melbourne a Erldunda ha impiegato 5 settimane! Lo abbiamo incontrato nell'ultima 'roadhouse' (autogrill) prima di Uluru. È arrivato con il tramonto e se n'è andato all'alba. Quando gli ho chiesto se aveva bisogno di qualcosa - mentre stava 'imballando' dieci bottiglie d'acqua per il giorno dopo - mi ha risposto che potevamo parlare un po' con lui. Allora lo abbiamo invitato a cena e a montare la sua tenda accanto al nostro camper. André ha trascorso 6 mesi in Australia (soprattutto a Melbourne) parla perfettamente inglese, se la cava bene anche in italiano e parla portoghese grazie a 6 mesi di Brasile in stage universitario: è forse un buon esempio della generazione dei nuovi adulti?
Per chi volesse contattare André questo è il suo blog:
http://www.longredride.wordpress.com

A turbare la splendida ed intensa giornata sono state le MOSCHE che, in quantità inaudita, tempestano i nostri organi vitali cercando di entrare nelle orecchie, negli occhi, nel naso e nella bocca. Prima di acquistare la retina a cappuccio in vendita ovunque, siamo riusciti a mangiarne almeno un paio a testa! E con le nuove mascherine abbiamo potuto finalmente goderci l'atmosfera di questo magico posto.


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