lunedì 21 gennaio 2013

BORIOSA ED EXPENSIVE BAGAN

Tanti templi nella campagna di Bagan, più di 2000, grandi e piccoli fatti di vecchi e nuovi mattoni, essendo stati costruiti più di mille anni fa ma ricostruiti solo ultimamente...

Bagan è uno dei fiori all'occhiello del Myanmar ma, nonostante l'indiscutibile unicità, non presenta nulla di così entusiasmante per i nostri occhi, abituati ormai alle meraviglie dei templi indiani!
Abbiamo noleggiato un paio di biciclette e girovaghiamo per le strade asfaltate (ma non per questo senza buche) della pianura sabbiosa che ospita Old Bagan, New Bagan e Nyaung U, per un totale di circa 8 km di lunghezza, addentrandoci lungo i sentieri sabbiosi che portano ai templi più importanti, alcuni contenenti preziosi grandi Buddha, come l'ANANDA PAHTO che ne ospita 4, uno per ogni lato di un quadrilatero perfetto. Altri templi si possono scalare, come il bel SHWESANDAW (contenente un capelli del Buddha): hanno gradini verticali ripidissimi, come i templi azteki e sono l'ideale per ammirare il tramonto. Ieri sera ci siamo goduti il tramonto in uno splendido tempio dorato di Nuaung U, la zona dove risiediamo, lo SHWEZIGON mentre stasera abbiamo scelto il BULEDI TEMPLE e evidentemente, pur non essendo il più alto, è quello che offre la prospettiva migliore visto che è stato scelto come setting per uno spot pubblicitario di una nuova compagnia aerea birmana. Proprio mentre eravamo lì intenti ad ammirare il cambiamento del colore degli edifici grazie alla luce del sole calante, una troupe tutta vestita di nero con un direttore della fotografia dal look decisamente trendy e una modella con due lunghe trecce e il Thanekha sulle guance si è mescolata a noi e ha iniziato le riprese di un filmato con noi (=la gente in attesa di vedere il tramonto) come comparse.

Ci aggiriamo tra i templi un po' seguendo le dritte della guida, un po' lasciandoci guidare dalla vista e ogni tempio in cui siamo entrati, anche se apparentemente simile agli altri, ci ha spesso offerto qualcosa di nuovo. Certo dall'esterno alcuni templi si presentano come vere e proprie gigantesche cattedrali del deserto e sembrerebbero celare anche enormi spazi interni, invece lo spazio occupato dai vari Buddha è esiguo, al confronto. Ci sono anche templi che ospitano Buddha di grosse dimensioni chiusi tra pareti strettissime. Altri templi mostrano l'antico retaggio induista, con bassorilievi dedicati a Shiva, Vishnu o Brahama.

Sullo Swesandaw abbiamo incontrato una coppia di italiani - rari in Myanmar - di vicino Milano, più o meno nostri coetanei che, come Mauri, hanno chiuso la partita IVA e, come noi, hanno scelto l'Asia per un break dallo stress occidentale. Anche loro procederanno per l'Australia ma con l'intenzione, in un secondo momento, di trasferircisi!

Partiamo da Bagan un giorno prima del previsto per sfuggire alla fame di denaro dei commercianti della zona. Le guesthouse sono decisamente sovrastimate: con 25 dollari siamo sistemati in una camera che ne vale dieci. A meno prezzo si trovano solo dei loculi sporchi. I ristoranti hanno menù che pretendono il doppio di quelli delle città finora visitate e i templi sono 'infestati' da venditori che ti seguono anche sulle terrazze esterne (o in bicicletta lungo la strada!) per venderti una stampa fatta dal nonno o dal fratello (da mio zio!) o un souvenir cheappissimo made in China spacciandolo per artigianato locale!
I bambini per strada invece del solito saluto ti apostrofano con 'money, money!'

Questo volto probabilmente inevitabile del Myanmar non ci piace proprio ma temo che lo incontreremo ancora nei prossimi giorni in cui visiteremo un altro luogo di grande attrattiva turistica: il lago Inle.



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