giovedì 17 gennaio 2013

STREPITOSA PYAY (pr PI)

Meta poco battuta dagli stranieri, Pyay è un posto dove, a dispetto della povertà di beni materiali (non ci sono automobili, costano troppo, solo bici e scooter) si vive bene. In questa cittadina sul fiume c'è proprio una bella atmosfera di... festa! La stradina che porta al fiume ospita un night market, un mercatino serale dove soprattutto si mangia per strada, secondo il costume locale. Assaggiamo dei deliziosi spiedini di patate e di tofù (secondo la linea vegetariana che abbiamo deciso di seguire), come aperitivo da accompagnare con un bel bicchiere di ottima Myanmar Birra.
Ma la cosa che più ci piace di questa cittadina è il treno che passa proprio in pieno centro, tagliando in diagonale la rotonda con la statua di Aung San a cavallo (l'eroe nazionale per l'indipendenza dagli inglesi, padre di Aung San Suu Kyi), proprio nel cuore della città. Le due vie pricipali che si intersecano proprio in quel punto sono piene di barettini-ristoranti con distese di tavoli e sedie all'aperto e ci sono anche i migliori negozi della città che offrono per lo più della scadente roba cinese. Anche la nostra guest house è scadente ed è gestita da una famiglia cinese ma siamo riusciti ad avere forse la camera migliore e ci si sta bene. Abbiamo conosciuto Carlos, un poliglotta portoghese 60enne che sverna in Asia 3 mesi all'anno. 'Occorre mantenere lo spirito giovane quando il corpo invecchia!'- ci ha detto saggiamente Carlos che da quando si ritrova con un pace maker al cuore ha lasciato il lavoro e si gode la vita. 'Con 10€ a Lisbona metto benzina nella macchina per un giro in città, qui con gli stessi soldi al giorno mi giro l'Asia'.

Noto che in Birmania il viaggiatore medio è più o meno nostro coetaneo e che spesso è al suo secondo o terzo viaggio in questo paese. Molti lamentano il fatto che il costo delle guesthouse e anche dei voli domestici sia raddoppiato e a volte triplicato. Un albergatore mi ha detto che le loro strutture non sono in grado di accogliere troppi turisti e quindi hanno alzato i prezzi per 'selezionarli'.
A INLE LAKE, un posto molto turistico nel nord est del paese, pare che nelle settimane scorse tanti visitatori abbiano dovuto dormire nei templi buddisti perchè tutti gli hotel erano esauriti!
Qui a Pyay non abbiamo avuto problemi di questo genere in quanto i viaggiatori/turisti sono davvero pochi. In giro non se ne vedono. Noi facciamo su e giù per le vie della città un po' a piedi un po' in pick up (il bus pubblico locale) e ci intratteniamo senza fretta con la gente del posto, sempre pronta a scambiare due chiacchiere pur non sapendo una parola di inglese! Stamattina abbiamo visitato una sbalorditiva (così la definisce la Lonely Planet) pagoda, la SHWESANDAW PAYA, il cui zedi (stupa) dorato si dice custodisca 4 capelli del Buddha mentre in un altro piccolo stupa è conservato un suo dente. E ancora più d'effetto è l'adiacente SEHTATGYI PAYA con un bellissimo gigantesco Buddha.

Non molto distante dalla nostra guesthouse cinese, sulla riva del fiume, ogni mattina si svolge un pittoresco mercato, in gran parte coperto, che vede tra le merci più diffuse il pesce secco (e anche fresco) che viene scaricato da grossi barconi ancorati al lato del mercato.

Ma le meraviglie di Pyay non finiscono qui: sulla via principale, la Bogyoke Rd, lo SHREE TEA offre degli ottimi té e caffé con un'incredibile connessione wifi gratuita! Marilyn, la proprietaria, una bellissima ragazza anche modella, è diventata nostra amica e forse un giorno verrà a trovarci in Italia.
Ci fermiamo qui tre giorni prima di salire sul treno notturno che ci porterà a BAGAN, fiore all'occhiello del Myanmar.







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